Le VRB accumulano l'energia impiegando le coppie redox del vanadio (V2+/V3+ al catodo e V4+/V5+ all'anodo), presenti nell'elettrolita in soluzione con acido solforico Durante i cicli di carica/scarica gli ioni H+ sono scambiati fra i due serbatoi dell'elettrolito tramite una membrana polimerica permeabile agli ioni idrogeno. La tensione delle celle è di 1,4-1,6 volt. L'efficienza netta di questa batteria può essere dell' 85%. Attualmente sono installati in Giappone degli impianti pilota da 500 kW di potenza con una capacità di 5 MWh di energia accumulabile/erogabile (10 ore per fase). La capacità di accumulo degli attuali impianti-pilota è di circa 30 Wh/kg, altri prototipi in fase di R&S hanno capacità di 50 Wh/kg Vantaggi:
Svantaggi: Sono tra le batterie più promettenti in fase di R&S avanzata, sopratutto per i sistemi di grande capacità, non hanno svantaggi evidenti rispetto ad altri sistemi chimici di accumulo. Fontewww.electricitystorage.org/tech/technologies_vrb.htmwww.chemieco.com www.vrbpower.com www.reliablepowercompany.com www.vanadiumbattery.com |
![]() Schema di funzionamento delle celle VRB, con evidenza del circuito idraulico di flusso degli elettroliti. Fonte: www.electricitystorage.org ![]() Complesso di batterie VRB della giapponese Sumitomo Electric Industries, ha una capacità di 3.000 kWh. La caratteristica delle batterie a flusso di poter effettuare la sostituzione dell'elettrolita per la ricarica apre interessanti prospettive per applicazioni sugli autoveicoli: potenzialmente si tratta di fare rifornimento come avviene con le vetture a carburante. La rigenerazione dell'elettrolita, in sede separata dalla batteria, presuppone anche la possibilità di essere effettuata laddove vi sia abbondante disponibilità di fonti energetiche rinnovabili, ovviando anche al problema della discontinuità di alcune di queste fonti. |