Geotermia: Aspetti economici

 

Il costo degli impianti geotermici per la produzione di energia elettrica hanno nelle opere di perforazione il costo principale, circa i 2/3 dei costi totali. Questo è il principale ostacolo per lo sviluppo della coltivazione di questa fonte rinnovabile perché quando si esegue una perforazione non si ha la certezza di arrivare ad un acquifero con le caratteristiche adatte all'utilizzo.

Oggi è possibile ovviare all'ostacolo in diversi modi.

Avvalendosi delle migliore tecnologie per individuare con certezza gli acquiferi con caratteristiche adeguate. Nel settore petrolifero in particolare si sono sviluppate tecnologie di ispezione ed esame molto sofisticate che possono tornare utili allo scopo.

Se l'acquifero non risulta essere ad una temperatura adeguata ad una centrale a vapore dominante o ad acqua dominante (200-220°C) ma ha una temperatura superiore ai 110°C, può comunque essere utilizzata per centrali a ciclo binario e quindi l'investimento non è perso. Se la temperatura è ancora inferiore si può utilizzare l'acquifero per ottenere energia termica di uso civile o industriale qualora il pozzo sia in prossimità di un numero sufficiente di utenze.

Se non esistono acquiferi raggiungibili dal pozzo ma la temperatura è superiore ai 150°C si dovrebbe poter installare una centrale HDR ed anche per questo è auspicabile che si percorra seriamente questa strada sviluppando le tecnologie utili allo scopo.

 

Attualmente il costo di un kWh ottenuto in centrali geo-termoelettriche è compreso tra 0,09 e 0,07 €, non molto diverso dal costo ottenuto nelle centrali a ciclo combinato a metano che permettono il minor costo oggi possibile e che è di 0,06-0,07 € (fonte enel). Va sottolineato  che i costi sono calcolati in una vita dell'impianto di 20 anni e non si considera che le centrali geotermiche hanno una lunga durata. Lo dimostrano gli impianti in esercizio da più di 50 anni, le centrali geotermiche infatti non hanno le caldaie, componente presente invece nelle centrali termoelettriche  riduce la vita dell'impianto e aumenta la manutenzione e le relative spese.

Per il miglior utilizzo delle risorse geotermiche come fonte di calore si dovrebbe sfruttare al massimo il valore termico del fluido:

  • estendere massimo più possibile l'impiego del calore e operare quindi in zone con più lunga stagione di riscaldamento oppure utilizzare il calore per il raffreddamento estivo di uffici o abitazioni;
  • usare il riscaldamento di sera in inverno ed essiccatoi in estate per prodotti agricoli, ecc;
  • usare il calore in cascata (riscaldando prima serre e quindi un impianto che ha bisogno di poca temperatura come la piscicoltura);
  • vendere l'acqua calda di risulta per altri scopi (come per fini potabili: Erding in Germania).

Molti serbatoi (o acquiferi) per la produzione di energia elettrica si trovano in Paesi in via di sviluppo e, in tal caso, la risorsa geotermica può essere considerata un'eccellente opportunità di sviluppo sostenibile anche sotto l'aspetto economico.