Agli inizi del 2000 risultavano installati in 22 Paesi impianti geotermici per una potenza totale di circa 8000 MW, con una produzione di energia elettrica di circa 50 TWh.
I Paesi guida sono: Usa, Nuova Zelanda, Italia, Islanda, Messico, filippine, Indonesia e Giappone.
Nel breve termine le applicazioni con lo sfruttamento di acquiferi-serbatoi continueranno ad essere le uniche commercialmente utilizzabili. Per l'uso finalizzato alla produzione di elettricità è stimato, sempre nel breve periodo, un potenziale di circa 80.000 MW (10 volte l'attuale potenza installata).
La geotermia in Italia è sfruttata in Toscana, una sorta di 'Texas' italiano, dove al posto dei pozzi di petrolio ci sono giacimenti geotermici che valgono oltre 300 miliardi di euro. Con il vapore estratto dal suolo si potrebbero produrre oltre 5 mila miliardi di kilowattora, una quantità sufficiente a soddisfare circa 70 anni di consumi elettrici nazionali. E' uno dei dati che emergono da 'Energia verde per un paese 'rinnovabile'', un volume curato da Paolo Pietrogrande e Andrea Masullo, uscito nell' estate 2003.
Secondo gli autori, lo sfruttamento del vapore dei giacimenti geotermici di Larderello, di Travale e dell'Amiata potrebbe equivalere a 428 anni di fatturato di Enel e a 10 volte il valore di borsa del gruppo, concessionario dei 'serbatoi' geotermici in Toscana.
Anche a livello mondiale la geotermia può dare un contributo importante alla produzione di energia. Le riserve note, sono stimate in 50 mila miliardi di kilowattora, ovvero 12 miliardi di tonnellate equivalenti petrolio, un decimo delle riserve mondiali, tanto che società come Shell, Bp, Unocal guardano con molto interesse alla geotermia. Molti serbatoi (o acquiferi) si trovano in Paesi in via di sviluppo e, in tal caso, la risorsa geotermica può essere considerata anche un'eccellente opportunità di crescita economica sostenibile.
Nel medio e lungo termine si prevede uno sviluppo della tecnica basata sull'utilizzo di rocce calde secche (HDR e DHP) situate in profondità. Gli esperti di molti Paesi, tra cui Usa, Giappone, Inghilterra, Francia, Germania, Belgio e Svizzera, stanno studiando la possibilità di perforare pozzi in zone dove non ci sono serbatoi e di iniettarvi acqua per farla scaldare in profondità dal calore della Terra, farla risalire da altri pozzi e infine utilizzarla come fluido energetico per centrali termolettriche. Tale tecnologia, se sviluppata, darebbe origine a un potenziale tale da soddisfare da solo il fabbisogno di energia elettrica e termica. Fonte enelgreenpower
Negli USA il MIT ha pubblicato, nel 2007, uno studio in cui si evidenzia il buon potenziale e la convenienza economica delle risorse geotermiche web.mit.edu
Oltre alla produzione di energia elettrica con i vapori delle acque prelevate ad oltre 100 gradi centigradi, esiste un vastissimo territorio ove e' possibile il prelievo di acque calde sotto i 100 gradi centigradi, reperibili alle profondità già raggiunte dai tanti pozzi scavati alla ricerca del petrolio che potrebbero far fronte al riscaldamento domestico di interi quartieri e cittadine.
Tutta la zona dalla Toscana al Napoletano (Campi Flegrei) è ricchissima di vapori e acque calde, con utilizzi (tutti da progettare e realizzare) di energia ad alta e bassa entalpia, cioè superiori e inferiori a 100 gradi centigradi. Inoltre, con le sonde geotermiche si può climatizzare un ambiente sia d'estate che d'inverno, la potenzialità di questo sistema è superiore al 50% delle necessità energetiche per la climatizzazione invernale ed estiva e quindi è un'enorme potenziale ad un costo molto conveniente.