La valorizzazione delle biomasse, quando è inserita e organizzata in un contesto di filiera ed efficiente valorizzazione di tutte le sue componenti, consente notevoli benefici di tipo ambientale e socio economico sia a livello locale e territoriale che planetario. Ad esempio, l’uso energetico delle biomasse vegetali è considerato uno dei più efficienti sistemi per ridurre le emissioni di gas serra (come previsto dagli accordi di Kyoto del 1998), in quanto la CO2 emessa durante la produzione di energia dalle biomasse è pari a quella assorbita durante la crescita delle piante, mentre i combustibili fossili utilizzati emettono CO2 che si accumula nell’ambiente. Un altro importante contributo allo sviluppo sostenibile può derivare da un incremento dell’uso del legno e derivati in sostituzione di altri materiali il cui impiego risulti più “costoso” sia energeticamente che per l’ambiente , sfruttandone il ruolo di “sequestratore” di CO2 e la sua versatilità come materia prima; il tutto in un contesto di salvaguardia e miglioramento del sistema forestale.
Le emissioni di inquinanti acidi, ossidi di azoto, polveri e microinquinanti possono essere controllati con le moderne tecnologie di combustione e depurazione dei fumi. Il basso contenuto di zolfo e di altri inquinanti fa sì che, quando utilizzate in sostituzione di carbone e di olio combustibile, le biomasse contribuiscano ad alleviare fenomeni di acidificazione.
L’impatto dei biocombustibili
Il livello ormai molto elevato di produzione e uso di bio-combustibili potrebbe determinare un impatto ambientale positivo o negativo a seconda delle regole che verranno introdotte in ambito ecologico. Va osservato che, se l'espansione della coltivazione di biomassa per produrre bio-combustibili dovesse procedere in assenza di regole, come accade ora, , ad esempio in Asia e in America latina e se venissero impiegati metodi di produzione tradizionali quali la coltivazione con fertilizzanti derivati da fonti fossili, allora è possibile che si venga a creare una situazione in cui i danni supereranno i benefici. Si avrà una riduzione di biodiversità e, globalmente, le emissioni di gas serra potrebbero addirittura aumentare anziché diminuire. L'impiego dei biocombustibili va quindi sostenuto da una robusta politica che limiti fortemente l'uso dei fertilizzanti e che permetta, il più possibile, il recupero di territori marginali e lo sviluppo delle nuove tecniche produttive che non necessitano di terreni fertili.
In confronto con il gasolio, il Biodiesel determina numerosi effetti positivi per l’ambiente:
Emissioni di Gas (effetto serra)
In uno dei più completi studi sulle fonti energetiche, realizzato da Sheehan e colleghi (1998) sono emersi molti aspetti vantaggiosi nella valutazione del Biodiesel come valida fonte di energia rinnovabile.
Il bilancio energetico nel life- cicle è di soli 0.31 unità di energia fossile per produrre 1 unità di Biodiesel. Le emissioni di CO2 nel suo ciclo di vita sono particolarmente basse ( una riduzione del 78% rispetto al gasolio fossile), suggerendone un utilizzo urbano.
Quelle di particolato risultano essere complessivamente il 32% di quelle del gasolio (il particolato sotto ai 10 µm -altamente nocivo- inferiore del 68%).
Il monossido di carbonio CO è il 35% rispetto al gasolio.
Gli ossidi di zolfo SOx non superano mai l’8% rispetto al gasolio.
La quasi totale assenza di zolfo e le sue proprietà chimico-fisiche suggeriscono l’impiego del Biodiesel come additivo al gasolio fino a specifiche ULS (Ultra Low Sulfur).