Fin dal 1968 viene studiata la possibilità di allestire nello spazio una ipotetica centrale solare orbitante costituita da moduli fotovoltaici che possano convertire la luce del Sole in energia elettrica e poi tramite un'antenna possano trasmettere l'energia ottenuta, sotto forma di microonde, ad una antenna ricevente a terra, chiamata rectenna. Il vantaggio di disporre le celle fotovoltaiche nello spazio rispetto a quello di istallarle sulla Terra è dovuto alla costanza dell'illuminazione e alla mancanza di condizioni atmosferiche (nuvole, pioggia, ecc..) che riducano l'afflusso di energia verso le celle. Lo svantaggio principale è l'elevato costo del trasporto in orbita dei satelliti e delle relative infrastrutture.
Una centrale solare orbitale è composta in sostanza da tre parti:
1. Un grande collettore di energia solare, costituito da fotovoltaiche
2. Un'antenna per la trasmissione delle microonde verso la Terra
3. Una rectenna di elevate dimensioni sulla Terra che riceve le microonde e le converte in energia elettrica
Vantaggi:
Problematiche:
Progetti attualmente in fase di ricerca e sviluppo
Il NASDA (l'Agenzia nazionale giapponese per lo spazio) ha progettato di realizzare una centrale elettrica orbitale da 1 gigawatt entro il 2040. Nel 2001 ha annunciato di aver iniziato lo studio e sviluppo di un prototipo di satellite solare da lanciare in orbita capace di generare una potenza compresa tra i 10 kilowatt e il megawatt.
Fonte:
www.wikipedia.org