PULVIRUS per scoprire il legame tra inquinamento e virus

Non sappiamo quanto la nota informativa EnergoClub per il Governo abbia contribuito all’avvio del progetto Pulvirus. Di sicuro è stata una goccia che assieme alle altre gocce hanno creato un fiume tale da spingere Enea, Iss, Ispra e Arpa regionali a mettersi insieme per scoprire quale legame c’è tra inquinamento dell’aria e la diffusione dei virus e, nella fattispecie, del SARS CoV-2 o Covid-19.

Il 29 aprile ha avuto inizio il Progetto Pulvirus nell’ambito del Progetto europeo prepAIR. Il Progetto Pulvirus durerà un anno e avrà lo scopo di approfondire:

  1. il legame fra inquinamento atmosferico e diffusione della pandemia;
  2. le interazioni fisico-chimiche-biologiche fra polveri sottili e virus;
  3. gli effetti del “lockdown” sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra.

Ricerche scientifiche fatte in precedenza, anche con altri virus (oltre SARS CoV-2), hanno fornito indicazioni per i primi due punti. L’ulteriore approfondimento servirà per mettere a punto e validare un modello matematico per il SARS CoV-2 che potrà essere utile per prevedere il ciclo di vita del virus e, non solo, anche di altri virus. Mentre per il punto (3) ormai ci sono ormai molte evidenze dell’impatto del lockdown sulle concentrazioni di contaminanti nell’atmosfera. Si tratta ora di ricavare insegnamenti per eventuali riprese di focolai e per future epidemie. .

Leggendo i comunicati stampa c’è la sensazione che i meteorologi, climatologi, fisici dell’atmosfera, ingegneri ambientali, ecologi, biologi, microbiologi, virologi, epidemiologi, ricercatori per protezione civile, antropologi, sociologi, economisti, politici, pianificatori, managers comunicatori, stiano mettendo le basi per una nuova disciplina olistica.

I dati e gli esiti del progetto saranno pubblici e condivisi con la comunità scientifica nazionale (e internazionale) ma anche con la comunità di cittadini.

La speranza è che finalmente ci sia qualcuno (un team) che abbia nuovi occhi per gestire le epidemie da virus e tragga insegnamenti per ridurre la concentrazione del particolato che, dobbiamo ricordarlo, provoca ogni anno 60.000 morti premature nella sola Italia. Non ci sono dubbi: l’Italia è il laboratorio più importante al mondo non solo per il costo umano sostenuto ora ma anche perchè abbiamo la pianura padana che ha concentrazioni di particolato tra le più alte del pianeta. Tutto questo sia da sprone per essere scientificamente eccellenti ma poi anche mirabilmente concreti.

L’opportunità di creare strumenti efficaci per la definizione di politiche e linee guida che si focalizzino in modo efficace sulla qualità dell’aria e nella gestione delle epidemie, è incredibilmente importante per il futuro del pianeta Terra e dei viventi.

Gianfranco Padovan
Presidente EnergoClub Onlus