Il dibattito sulle cause della virulenza del coronavirus in Italia è molto partecipato e acceso. Ci sono le prime evidenze del collegamento tra virulenza (rapidità della diffusione del contagio) e concentrazione di particolato. Tant’è che come EnergoClub abbiamo evidenziato al Governo la necessità di farsi carico di approfondire se esista o meno tale collegamento. Se l’approfondimento dovesse dimostrare una correlazione significativa allora si apriranno nuovi spazi di intervento per ridurre la virulenza e mitigare gli effetti devastanti che noi, e con noi l’intero pianeta, stiamo subendo.
Ci rimettiamo al giudizio degli esperti che siano indipendenti e dalla mente aperta ai grandi cambiamenti (ma anche opportunità) che la pandemia già ci ha spinto a fare (lavoro agile, digitalizzazione nelle scuole e servizi, ecc. ).
Domenica 29 marzo u.s abbiamo avuto un riscontro positivo da parte del Vice-ministro Saleri e, quindi, ora procediamo a diffondere la nota informativa come news, su FB, twitter, linkedin, istagram. Nel frattempo ci siamo messi in contatto con la dott.ssa Ilaria Capua e il dott. Giovanni Viesti del CNR per chiedere di essere aggiornati su eventuali attività di studio e ricerca in USA e in Italia.
Vi terremo informati.
Ing. Gianfranco Padovan, presidente@energoclub.org, cell. 336 262 341, skype: gianfranco.padovan
Nota informativa EnergoClub
Epidemia Covid-19 e qualità dell’aria
L’irrompere del Covid-19 nello scenario mondiale ci vede coinvolti nell’individuare e attuare soluzioni efficaci per ridurre il tasso di diffusione del contagio e per mitigarne gli effetti. In questi giorni c’è un intenso e acceso dibattito nel mondo scientifico e nel web, se esista o meno un filo conduttore che unisce l’aumento della virulenza del coronavirus e la qualità dell’aria.
Questo dibattito si è sovrapposto ai temi, per noi abituali - spesso oggetto di interventi divulgativi nelle scuole, nei Comuni e con gli iscritti all’associazione EnergoClub[1] - riguardanti la qualità dell’aria (in termini di gas serra e vari contaminanti) che è ritenuta (con qualche pervicace eccezione) la concausa principale del cambiamento climatico e delle morti premature di circa sette milioni di persone ogni anno su scala globale. E’ diffusa la consapevolezza che l’impatto della qualità dell’aria ha sulla salute di tutti i viventi, dentro e fuori delle nostre abitazioni e edifici. Tutto questo – ancora prima della pandemia Covid-19 – ha comportato e comporta costi sanitari e sociali elevati come stanno dimostrare le più recenti analisi sulla riduzione delle morti premature in Cina per PM10 e PM2,5.
ll collegamento tra qualità dell’aria e il Covid-19 è avvenuto con il recente Position Paper, che anticipa un articolo su Scientific American, del gruppo di ricercatori italiani, delle università di Bologna, Bari, Milano, Trieste e esperti affiliati alla Società Italiana Medicina Ambientale. I ricercatori hanno messo in luce l’esistenza di una correlazione, uno stretto legame, tra numero di contagiati da Covid-19 e il numero di giorni di sforamento, del limite di norma da PM10 pari a 50 microgrammi su metro cubo, nei territori della Val Padana in cui il virus si è più rapidamente diffuso. A seguito della Position Paper citata c’è stata poi una nota informativa da parte dei ricercatori affiliati alla Società Italiana di Aerosol (IAS) che a noi è sembrata incerta e comunque aperta ad approfondimenti.
Quello che è certo è che abbiamo bisogno di sapere quanto questi due fatti (concentrazione di particolato e virulenza del virus) siano correlati perché, se lo fossero, dovremmo scoprire nuovi ambiti di azione per diminuire la virulenza del Covid-19.
Con la presente, quindi, vogliamo richiamare l’attenzione della task-force, incaricata di supportare il Governo per la gestione dell’emergenza Covid-19, sulla probabilità che questa correlazione esista e sia tale da motivare la valutazione di alcune azioni mirate e finalizzate ad aumentare la qualità dell’aria agendo sulle sorgenti che la influenzano. Si evidenzia che tali sorgenti sono tuttora attive nonostante il progressivo blocco delle attività non essenziali.
Le azioni da studiare e valutare, a nostro vedere, sono emergenziali (si vedano in allegato 1.1 in cui si riportano alcuni esempi di azione), da attuare in tempi ristretti. Qualora tali azioni si dimostrassero efficaci per ridurre la virulenza del Covid-19, si propone per il futuro di prevedere lo studio e l’attuazione di una serie di azioni strutturali (si vedano alcuni esempi in allegato 1.2) da iniziare prima della prossima stagione invernale. Tali azioni emergenziali e strutturali dovrebbero guidarci verso un modello di consumo e di vita più sostenibile e più in sintonia con i cicli naturali.
La presente comunicazione è mossa dall’urgenza di poter dare un nostro piccolo contributo alla soluzione di una serie di problemi che condizionano l’oggi e il futuro. Siamo consapevoli che quello che stiamo vivendo è un momento cruciale per l’evoluzione dei sapiens di tutto il mondo.
Ing. Gianfranco Padovan a nome dell’Associazione EnergoClub Onlus
Treviso, 27 marzo 2020
Allegato 1.1: Esempi di azioni che potrebbero essere messe in atto in tempi rapidissimi.
Allegato 1.2: Esempi di azioni strutturali che potrebbero essere attuate qualora si dimostrasse un legame tra Covid-19 e qualità dell’aria.
[1] Il miglioramento della qualità dell’aria indoor e outdoor, nel residenziale e terziario, trasporti e attività produttive, si ottiene tramite l’efficientamento energetico, l’uso dei materiali naturali e soluzioni della bioedilizia, l’ampia diffusione della elettromobilità e delle fonti rinnovabili. Su questi temi EnergoClub Onlus, fin dalla nascita nel 2005, ha focalizzato la sua Mission promuovendo la riconversione del sistema energetico con l’impiego delle sole fonti rinnovabili nell’arco dei prossimi quindici-venti anni.