Stato di Emergenza Climatica e Ambientale per l’Italia

Come previsto dalla Commissione Europea i Piani Nazionali Energia e Clima (PNIEC) sono stati ricevuti entro il 2019. Non tutti però. Manca la Polonia che avrà tempo fino a giugno 2020; manca ancora quello della Spagna che si è presa altri tre mesi per ritoccare gli obiettivi al 2030, anche alla luce della recente Dichiarazione di Emergenza Climatica e Ambientale del nuovo governo spagnolo. Dichiarazione che ha parecchi elementi di novità benché non sia sufficientemente ambiziosa.

E, come al solito, la Commissione tira il bilancio di questo appuntamento. Si attendono conferme e raccomandazioni. Ci sono paesi che si sono posti obiettivi ambiziosi e altri che tirano a fare il minimo indispensabile. Neanche a dirlo, a nostro parere, l’Italia rientra nel secondo gruppo.

Le osservazioni fatte da EnergoClub, nel settembre 2019, in audizione nella X Commissione del Parlamento sul PNIEC non sono state recepite, come la tabella seguente mostra.

Proposta

PNIEC al 31/12/2019

Esito

Spostare la phase out (dismissione) del carbone dal 2025 al 2022

Confermato il 2025

Zero

Definire le phase-out anche per le altre fonti fossili

Nessun’altra phase out oltre al carbone.

Non ci sono piani di riduzioni dei sussidi. La Commissione spinge per l’azzeramento dei sussidi al 2020 e l’Italia e i G7 prpongono il 2025.

La commissione ha rilevato incongruenza degli obiettivi di decarbonizzazione con quelli definiti per l’uso del gas naturale fossile. Mancano piani di eliminazione delle sovvenzioni all’energia che utilizza combustibili fossili.

La sensazione è che si sta tergiversando prendendo tempo.

Transizione urgente alle rinnovabili (FER) al 2035

Mantenuto il 2050.

La Commissione ha sollecitato degli adeguamenti per favorire la diffusione delle FER.

Abbandono di tutte le fonti fossili e dei processi di combustione entro il 2035

Si punta al gas naturale.

Zero.
Nulla si dice della biomassa come maggiore fonte di inquinamento.

La commissione rileva lacune nell’analisi delle interazioni tra qualità dell’aria, emissioni, povertà energetica,

Recupero della fertilità dei terreni con l'uso intelligente dell'economia circolare

Si accenna ad un cambiamento dell’uso dei fertilizzanti ma non al contenuto di carbonio nei suoli.

Zero.

Non c’è consapevolezza del problema del carbonio nei suoli e della incombente desertificazione in alcune parti d’Italia.

Tener in conto di quanto si sta facendo con il Patto dei Sindaci negli oltre 3000 comuni italiani.

Nessuna citazione al riguardo

Zero.

Sottacere il più grande progetto del mondo per ridurre le emissione della CO2 è molto grave.

Investimenti coerenti con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 soprattutto per privati e aziende

I finanziamenti sono per i comparti pubblici, produzione, reti distribuzione  - Revamping e repowering eolico esistente – Privilegiare i veicoli PHEV a scapito dei BEV – Accumuli – Smart Grid – Alleanze in europa e extraeuropa.

La Commissione ha sollecitato un rafforzamento degli investimenti a favore dei consumatori.

La presenza delle lobby economiche (industria, costruzioni, veicoli) che frenano la decarbonizzazione è molto evidente.

Introduzione sulle bollette di energia elettrica delle aziende che consegnano elettricità generata con fonti fossili, la frase “attenzione l’elettricità che stai consumi nuoce gravemente all’ambiente, alla tua salute e a quella del pianeta”

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Autoproduzione e comunità energetiche

Quasi zero.

Non si prevedono comunicazioni dirette ai consumatori per favorire la decarbonizzazione e lo spostamento degli investimenti degli operatori elettrici verso le rinnovabili.

Rendere efficaci i piani di azioni focalizzandosi sulle maggiori sorgenti di gas climalterante e inquinante utilizzando la regola 80/20.

La priorità è definita dall’analisi costi-benefici

Il PNIEC ha permesso di sviluppare una modellistica che dovrebbe essere utilizzata positivamente per definire altri scenari in modo rapido.

E’ un peccato che il Governo Italiano abbia definito obiettivi e azioni al 2030 per niente ambiziosi. Abbiamo condizioni climatiche favorevoli, disponiamo di tecnologie e soluzioni energeticametne efficienti, gli enti locali si stanno dando da fare - qualcuno con molto impegno - per ridurre le emissioni di CO2, disponiamo di un tessuto industriale che attende con una certa ansia (pur se con qualche preoccupazione) le opportunità che la green economy creerà.

Nel PNIEC italiano una cosa è stata recepita. Si è capita (o meglio, si è iniziato a capire) l’enorme sinergia tra elettromobilità, sviluppo delle fonti rinnovabili e generazione diffusa dell’energia elettrica. Siamo in ritardo rispetto agli altri paesi europei ma ci sono segnali che fanno dire che si vuole fare sul serio in questi ambiti. Ma “con judicio” senza strafare.

Da osservare che le previsioni di sviluppo delle fonti rinnovabili in questi ultimi 15 anni  sono state sempre sistematicamente sottostimate. Non c’è un italiano, che non sia un addetto ai lavori, che non rimanga sorpreso del fatto che quasi il 40% dell’energia elettrica consumata è generata tramite le fonti rinnovabili. La cosa che nel PNIEC sorprende di più è che si sia indicato un obiettivo di riduzione dei gas climalteranti al 2030 che è largamente più basso degli obiettivi fissati (o prossimi ad essere fissati) da oltre 3.000 comuni italiani per il 2030. In questi comuni ci si è impegnati a ridurre di almeno del 40% le emissioni di CO2 rispetto ad un anno di riferimento predefinito. Il PNIEC non cita tra le iniziative più rilevanti il Patto dei Sindaci che coinvolge orma comunità con oltre 320 milioni di cittadini in tutta Europa.

Si poteva fare di più? Ovviamente sì. Molto, moltissimo di più. Siamo largamente inconsapevoli delle potenzialità delle fonti rinnovabili. Sarà cosi fino che l’economia non deciderà di abbandonare rapidamente le fossili per le rinnovabili. E questo succederà quando gli organi di governo che studiano e definiscono la politica energetica italiana si libereranno delle lobby del petrolio e del gas naturale.

Ed è proprio questo che vogliamo fare lanciando una petizione chiedendo al Governo Italiano di recepire l’ennesimo appello di oltre 11.000 scienziati per Dichiarare l’Emergenza Climatica e Ambientale fornendo nuovi obiettivi e linee guida per revisionare il PNIEC. Il think tank che revisionerà il PNIEC dovrà essere composto da chi veramente ha cuore le soluzioni per mitigare i danni indotti dal cambiamento climatico, decarbonizzando prodotti, processi e sistemi, sviluppando la “green economy”, abbandonando a tappe forzate la dipendenza energetica da petrolio e gas naturale fossile, definendo un calendario di phase-out per ogni fonte fossile, in modo da raggiungere la neutralità climatica per il 2035 e non per il 2050 come previsto dal Green Deal della Commissione Europea.

Gianfranco Padovan, Presidente EnergoClub

Riferimenti

https://www.miteco.gob.es/es/prensa/declaracionemergenciaclimatica_tcm30-506551.pdf

https://www.mise.gov.it/images/stories/documenti/Proposta_di_Piano_Nazionale_Integrato_per_Energia_e_il_Clima_Italiano.pdf

https://www.mise.gov.it/index.php/it/198-notizie-stampa/2040537-audizione-ministro-patuanelli-in-commissione-attivita-produttive

http://www.greenreport.it/news/clima/il-governo-spagnolo-ha-dichiarato-lemergenza-climatica-e-ambientale/

https://www.change.org/p/consumatori-dalle-fossili-alle-rinnovabili-entro-il-2035

Audizione alla X Commissione attività Produttive della Camera - Dalle fossili alle rinnovabili entro il 2035

https://www.tuttitalia.it/associazioni/patto-dei-sindaci/

https://en.wikipedia.org/wiki/World_Scientists%27_Warning_to_Humanity

William J. Ripple, Christopher Wolf, Thomas M. Newsome, Phoebe Barnard, William R. Moomaw, and 11,258 Scientist Signatories From 153 Countries - World Scientists’ Warning of a Climate Emergency - BioScience, Volume 70, Issue 1, January 2020, Pages 8–12, https://doi.org/10.1093/biosci/biz088