Acqua del Sindaco nei Comuni

Recentemente i soci EnergoClub Guido e Gloria mi hanno fatto una domanda la cui risposta credo possa interessare tutti i soci di EnergoClub ma anche le municipalizzate e i Comuni che hanno nel Piano degli Interventi una o più azioni riguardanti la produzione e la distribuzione di acqua da bere.

Gli amici Guido e Gloria sono aulici. Quando scrivono e parlano spesso utilizzando termini che sono il frutto del loro percorso di vita. Per parlare di acqua hanno scomodato Pitagora e la sua Tetraktys (rappresentata dalla figura a fianco) dove il primo punto rappresenta il Padre-Madre, è il Fuoco generatore; i due punti sottostanti rappresentano il femminile e il maschile, gli opposti, la linea, l’Aria; i tre punti la somma dei due livelli sovrastanti, rappresentano l’Acqua; i quattro punti rappresentano la materialità, la Terra. La somma di tutti i punti è 10.

“Parlare di Acqua oggi” – osservano Guido e Gloria – “potrebbe sembrare un argomento di nicchia e riservato ad eccentrici gaudenti ma che, in un futuro molto prossimo, sarà un problema (e in parte lo é già) per qualche miliardo di umani”. Da qui la prima domanda di Guido e Gloria - “Come vede questo problema EnergoClub?”

Guido e Gloria hanno proprio ragione: oggi l’acqua è un problema per molte popolazioni e non solo nei paesi in via di sviluppo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) nel 2017 ha stimato che il 29% della popolazione mondiale non dispone di acqua potabile. Sono oltre 2 miliardi di persone che usano acqua da bere contaminate dalle feci che trasmettono virus e batteri che provocano diarrea, colera, dissenteria, polio. Nel 2017 sono morte 485.000 persone per diarrea. Per il 2025 si prevede che metà della popolazione mondiale subirà le conseguenze della scarsità d’acqua. Il problema dell’acqua da bere è enorme con conseguenze rilevanti anche per chi vive in paesi in cui l’acqua è un bene che è dato per scontato.

Non c’è solo il problema della qualità dell’acqua da bere ma anche quello dell’impatto delle bottiglia di plastica nei cicli naturali. Il consumo di acqua minerale in Italia comporta l’uso di circa 10 miliardi in bottiglie di plastica e circa 30 milioni di bottiglie di vetro (ISMEA, 2019). Le bottiglie di plastica finiscono per più del 60% nei rifiuti benché il riciclaggio/riuso della plastica e del vetro sia in aumento.

Beviamo circa 200 litri a testa di acqua minerale in bottiglia ogni anno. Siamo primi in Europa e secondi nel mondo dopo Messico e Tailandia (Statista, 2018). La tendenza in atto è in crescita come conseguenza di un marketing assillante, pervasivo e convincente amplificato dall’aumento delle temperature per effetto del cambiamento climatico. Il consumo di acqua in bottiglia non è collegato alla classe sociale, all’età, alla scolarità, al territorio.

E l’acqua di rubinetto? Di fatto gli italiani non si fidano dell’acqua del rubinetto in particolare nel Sud Italia. La sicurezza del bere ha un suo peso importante nell’uso dell’acqua minerale in bottiglia e anche nell’installazione dei sistemi filtranti per migliorare la qualità dell’acqua per usi domestici.

Guido e Gloria ci raccontano che venticinque anni or sono hanno installato un sistema filtrante ad osmosi inversa per produrre acqua da bere e per usi di cucina, prevalentemente per fare tè, caffè e brodo. All’epoca l’offerta era limitata e fortunatamente i pochi apparecchi per use domestico presenti sul mercato erano ingombranti ma molto professionali. Tant'è che il loro sistema è dotato di una membrana con un corpo in acciaio inossidabile, tutt’ora manutenzionato e sanificato da loro stessi con una spesa di pochi euro all’anno, funziona ancora perfettamente visto che il misuratore di conducibilità indica la purezza dell’acqua erogata. Ricordano di averlo pagato allora circa 3,5 milioni di lire (circa 1.700 € di oggi). Hanno stimano che, con i loro consumi, rispetto all’acquisto di bottiglie non top di marca, hanno risparmiato nell’arco di tempo di 25 anni oltre 10.000 euro.

I dati citati da Guido e Gloria sono verosimili. Una ricerca fatta dal Gruppo CAP di Milano ha evidenziato che la spesa media per persona per l’acquisto dell’acqua in bottiglia di plastica può essere di oltre 100 € all’anno. Il risparmio rilevato da Guido e Gloria sembra congruenti visto che loro bevono mediamente 4 litri al giorno il doppio rispetto alla media nazionale.

Non solo. Guido e Gloria evidenziano che in termini di consumo di imballaggi di plastica, limitandosi al solo PET delle bottiglie e tralasciando il polietilene o gli altri imballaggi, hanno stimato un risparmio di plastica i oltre 700 kg. Poiché per produrre un kg di PET sono necessari circa 2 kg di petrolio, hanno stimato un risparmio di 1.500 kg di petrolio e una riduzione di oltre 4 tonnellate di CO2.

Tieni presente” – mi puntualizza Guido – “che la mia famiglia è di due persone. Per una famiglia di 4 persone i dati vanno quasi raddoppiati.”

Questi dati fanno pensare. Se in un comune di 20.000 residenti tutti dovessero adottare questo criterio di gestione, il risparmio energetico sarebbe di 6.000 MWh all’anno con una riduzione delle emissioni pari a oltre 2.000 tonnellate di CO2 all’anno. E questo solo per effetto della riduzione del consumo di plastica delle bottiglie in PET.

Giustamente Guido e Gloria mi evidenziano che bisogna poi aggiungere sia i consumi di carburanti per il trasporto dal punto di imbottigliamento al punto vendita e dal punto vendita all’abitazione (e relativa fatica) e, inoltre, i costi della raccolta differenziata, riciclaggio e smaltimento dei residui non utilizzabili.

Una stima del ciclo di vita della bottiglia metterebbe in conto anche questi costi energetici e i relativi impatti sull’ambiente.

Tutto questa argomentazione serve a Guido e Gloria per farmi la tanto attesa domanda finale. “Premesso che nel mio Comune (Milano) la qualità dell’acqua potabile relativamente allo stato chimico e batteriologico è perfetta” – in effetti l’analisi condotta dal CAP lo ha dimostrato – “al punto che é una vergogna doverla sprecare per dieci sciacquone del water o per fare la doccia, ma non lo è dal punto di vista organolettico (estremamente calcarea, tracce di cloro, ecc.) la mia domanda é: perché il Pubblico (a livello centrale, regionale e comunale) non promuove ed incentiva l’installazione di fontane a livello di condominio o isolato o rione ove i cittadini possano attingere ad un prezzo pari al costo di esercizio e manutenzione ad un’acqua sostitutiva di quella in bottiglia?”

In realtà già da parecchi anni le municipalizzate hanno iniziative per promuovere l’acqua di rubinetto detta amichevolmente Acqua del Sindaco. In molti Comuni italiani hanno attuato campagne di sensibilizzazione sull’uso dell’Acqua del Sindaco e la riduzione delle bottiglie in plastica (Milano Plastic free). Sono numerosi i Comuni che hanno promozionato e favorito la creazione delle Casette dell’Acqua in cui si distribuisce l’Acqua del Sindaco liscia, refrigerata, addizionata bollicine (anidride carbonica o CO2).

Fin dal 2013 Milano ha le sue Cassette dell’Acqua dove è possibile attingere fino a 6 litri giorno per persona gratuitamente. Milano e il suo hinterland ne conta 175 gestite dal Gruppo CAP e 22 gestite da MM. Ma si può fare di più.

Intanto dobbiamo  rilevare che il confronto in termini di costo tra acqua del rubinetto e acqua in bottiglia ha un rapporto da uno a oltre trecento. Tutti i costi sono concentrati sull’imballo e sui costi di distribuzione mentre i costi di smaltimento sono a carico dell’utente.

Il costo di un litro d’acqua del Sindaco all’utente è variabile da 0,02 a 0,03 €/litro per l’acqua naturale. Il rapporto passa da 1 su 300 a 1 su 1,5..2.

Le casette dell’Acqua spingono i cittadini ad utilizzare bottiglie di vetro o in alluminio con il tappo a leva o a vite.

  Casetta dell’acqua, Comune di Santa Lucia (TV)

  Casetta dell’acqua del Gruppo CAP a Milano

 

Nel 2017 nel valutare i risparmi di energia e la riduzione di emissioni di CO2 nell’ambito dell’iniziativa nota come Patto dei Sindaci e Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) nel Comune di Santa Lucia di Piave (TV) si è notato che la presenza di 3 casette dell’acqua ha comportato una riduzione di emissioni di svariate centinaia di tonnellate di CO2 all’anno; (Relazione di Monitoraggio PAES del Comune di Santa Lucia di Piave TV)

Dati della casetta d'acqua

U.M.

Min

Max

Note

Risparmio energia per bottiglia

MJ/b

5,19

9,36

Gleick + processo

Fattore conversione

kWh/MJ

0,278

0,278

 

Risparmio energia per bottiglia

kWh/b

1,4

2,6

 

Bottiglie riempite al giorno

n° bott./g

1044

1044

News S.Lucia

Energia risparmiata al giorno per casetta

kWh/g

1506

2714

 

N° giorni utili

g/a

150

250

Ipotizzati

Energia risparmiata per casetta

MWh/anno

226

679

 

Fattore di emissione

tCO2/MWh

0,4

0,4

 

Emissioni CO2 evitate

tCO2/anno

90,4

271,4

 

n° casette d'acqua

3

3

 

Emissioni CO2 evitate

tCO2/anno

271,1

814,3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Concludo ringraziando Guido e Gloria per il loro contributo ad un tema che è veramente importante.
Adesso, mii aspetto da loro altri contributi sugli altri segni pitagorici.

Si invitano i comuni che hanno aderito al Patto dei Sindaci a scriverci e chiederci informazioni sulle iniziative che si possono attuare nel territorio 

Gianfranco Padovan, presidente@energoclub.org