Enti e servizi pubblici, pubblica amministrazione

I dati dei consumi energetici di enti pubblici come ospedali, amministrazioni, scuole ecc. non sono di facile accesso per cui non si possono fare delle valutazioni specifiche. Tuttavia in generale emerge la tendenza delle amministrazioni pubbliche ad emarginare la questione del risparmio energetico a fattore secondario, come ad es. nel caso dell'illuminazione pubblica.

Ogni anno si consumano circa 5000 GWh di energia elettrica per la sola illuminazione pubblica, per lo più si tratta di impianti obsoleti dove in molti casi buona parte della luce è diretta/dispersa verso il cielo ed il margine di risparmio energetico è di almeno il 30-35%.

Non è poi da trascurare il fatto che il restante quantitativo è spesso utilizzato in eccesso rispetto alle reali esigenze della collettività. Nel corso di rilevamenti effettuati da una associazione privata sono stati riscontrati ovunque scorrettezze di ogni tipo le cui tipologie sono di seguito riassunte ed illustrate:

1 Impianti sovradimensionati in relazione alle necessità (es. strade di campagna o periferiche illuminate con lampade normalmente utilizzate per centri cittadini, superstrade, grandi viali, o, comunque, eccedenti rispetto alle reali esigenze).

2 Impianti funzionanti a pieno regime per tutto il corso della notte senza possibilità di ridurre il flusso luminoso durante le ore di minor traffico (es. dalle 23 alle 6).

3 Monumenti con illuminazione eccessiva e/o con diffusione di luce al di fuori della sagoma e non soggetti a spegnimento programmato o ridotto.

4 Erronea, eccessiva e inutile illuminazione di facciate di edifici di nessun pregio architettonico (come fabbriche, capannoni, abitazioni private, attività commerciali) utilizzata, per fini pubblicitari o di presunta sicurezza senza alcun controllo.

5 Impianti con corpi illuminanti non idonei al fine per cui sono utilizzati, inclinati in modo tale da disperdere il flusso luminoso e spesso pericolosamente abbaglianti.

6 Impianti realizzati in zone poco urbanizzate (o senza una reale necessità di esistenza) oppure funzionanti contemporaneamente ad altri precedenti di bassa efficienza.

Tutto ciò in spregio alle più elementari norme di buon senso, con enormi danni e sprechi per la Collettività e le risorse ambientali. Tale situazione si pone in palese violazione delle norme che impongono metodi idonei ed opportuni per contenere il consumo energetico entro limiti accettabili che siano unicamente dettati dal criterio della reale e congrua esigenza (Legge n° 10/1991 "Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili di energia").

Fonte:

www.astrofilitrentini.it