Accumulo e recupero di energia sottoforma di idrogeno

 

Tutte le fonti energetiche rinnovabili possono essere immagazzinate sottoforma di idrogeno, con efficienza variabile a seconda delle tecnologie: l'energia eolica, idroelettrica e geo-termoelettrica possono essere trasformate in idrogeno con una efficienza del 70% circa, le biomasse possono dare idrogeno con efficienze simili a quelle ottenibili per la produzione di energia elettrica o carburanti dalle stesse (circa 25-30%).

Attualmente ottenere idrogeno dall'energia solare è meno conveniente rispetto agli altri sistemi ma sono in fase sperimentale diverse tecnologie abbastanza promettenti: l'ENEA sta portando avanti  un progetto di termolisi-catalitica che ha l'obiettivo di ottenere idrogeno con un'efficienza superiore al 40% dell'energia solare captata.

Un'altra tecnologia, in fase di R&S, è basata sulle reazioni foto-elettrochimiche, con la quale 2 celle solari catturano la luce del sole da ogni porzione dello spettro ultravioletto (denominate Tandem Solar). L’interazione dei fotoni con un materiale semiconduttore innesca la reazione che eccita gli elettroni e scinde le molecole di acqua in idrogeno e ossigeno. Attualmente l'efficienza è dell'8% ma si ritengono possibili performance superiori e una soglia di convenienza ad una efficienza del 10%.

Fonte:

boiler e www.hydrogensolar.com

È importante trovare validi sistemi di accumulo di idrogeno in quanto ciò permetterebbe di utilizzare le enormi risorse rinnovabili che spesso possono essere coltivate in aree remote, come le  zone limitrofe ai deserti (sistemi solari) o le pianure siberiane (enorme potenziale eolico), o gli acquiferi geotermici dell'Alaska e dell' Islanda, ecc.

L'idrogeno può essere trasformato in loco per la produzione di composti chimici di largo impiego nell'industria chimica (ammoniaca, metanolo, ecc). A livello globale per la produzione di composti chimici a base di idrogeno si consumano circa 180 Mtep di combustibili fossili, equivalenti all'intero fabbisogno energetico italiano.

L'idrogeno può essere accumulato anche combinandolo con alcuni composti organici. ammoniaca, metanolo, metilcicloesano. In particolare l'utilizzo del toluene, con formazione di metilcicloesano, è promettente poiché sia il toluene sia il metilcicloesano sono composti conosciuti, facilmente trasportabili e relativamente sicuri.

La formazione di metilcicloesano si  ottiene  mediante idrogenazione del toluene, una reazione esotermica che è seguita da quella endotermica di deidrogenazione (che avviene a circa 500 °C), con un consumo del 20% dell'energia contenuta nell'idrogeno liberato. Ciò significa che il restante 80% può essere utilizzato.