SAIEnergia, efficienza energetica al centro della scena

L’energia, e in particolare il suo contributo come fattore di innovazione tecnologica nella realizzazione di architettura sostenibile, sono stati i temi protagonisti della 45^ edizione di SAIE (Salone Internazionale dell’Industrializzazione Edilizia) svoltosi a Bologna dal 28 al 31 ottobre.  

Diversi gli spunti di riflessione, per non dire i punti fermi, che emergono da SAIEnergia, il sottosalone per la promozione e diffusione dell’efficienza energetica nel costruire sostenibile. Il primo è che il concetto di “costruire sostenibile” si avvia a diventare non più solo un modo di classificare un’edilizia finalizzata al contenimento dei consumi, alla riduzione delle emissioni di gas serra, o all’uso esteso di fonti energetiche rinnovabili, ma una forma di architettura dotata di un proprio linguaggio, dove anche parametri quali la volumetria o la distribuzione interna cominciano ad adattarsi all’esigenza di uno sfruttamento ottimale delle fonti rinnovabili. Un’architettura insomma che, come sottolineato da Jeremy Rifkin nella sua “Carta per l’architettura del prossimo millennio” presentata alla Biennale di Venezia del 2008, è in primis centrale di produzione energetica, e solo successivamente abitazione, museo, ufficio, palestra, ecc. Si tratta di un cambiamento epocale e, non occorre dirlo, difficile da digerire, ma è un passaggio obbligato per ridurre l’incidenza del costruire sui consumi energetici.

Il secondo dato che emerge è che dispositivi e materiali finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica stanno progressivamente superando la dimensione di “elementi giustapposti” al manufatto architettonico, come un qualcosa di parzialmente estraneo applicato in seconda battuta all’esistente o adattato alla meno peggio ai sistemi costruttivi. Sempre più si ha invece a che fare con sistemi integrati, dove l’integrazione non si limita al colore o alla morfologia, bensì agisce sull’intero pacchetto, arrivando a un punto dove non è più chiaro dove finisce l’impianto e dove inizia il componente edile. Un esempio viene dal settore delle schermature: da elementi spesso solamente “aggiunti” successivamente alla costruzione, sono ormai pienamente entrati a far parte della “cassetta degli attrezzi” del progettista e hanno assunto una valenza estetica spesso fondamentale, in grado di incidere profondamente sull’aspetto complessivo dell’edificio. È il caso delle lastre in vetro intelaiato scorrevoli applicate in facciata, collocate su guide di fronte alle forature e dotate di un film di silicio amorfo, in grado sia di generare elettricità sia, se posizionate di fronte agli infissi, di fungere da schermatura dall’irraggiamento diretto. La verticalità dell’elemento non garantisce l’ottimizzazione delle prestazioni, ma la loro diffusione (potenzialmente di fronte a ogni finestra) ne permette un uso molto esteso. Un tale livello di integrazione si trova anche negli elementi di copertura, in particolare nelle coperture metalliche discontinue, adattate per funzionare come pannello solare termico. Una soluzione che non altera minimamente il tradizionale aspetto di tali coperture, ma che nasconde al suo interno le tubazioni destinate a contenere e convogliare il fluido termoconvettore.

Un ennesimo segnale che arriva da Bologna è la sconfinata opportunità rappresentata da un intervento diffuso di riqualificazione energetica sull’esistente. Quale sia il potenziale di tale intervento emerge in maniera chiara dal primo rapporto SAIEnergia “Energia e costruzioni. L’efficienza energetica in edilizia fra benessere, risparmio e ambiente”, realizzato da Cresme. Partendo da dati generali che vedono l’Italia molto in ritardo nell’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili (l’8,5% nel 2008 a fronte dell’obiettivo del 17% per il 2020), quello delineato è lo scenario di un patrimonio edilizio per la maggior parte inadeguato (circa il 60% delle abitazioni sono anteriori al 1970), ma che costituisce nello stesso tempo un bacino d’intervento enorme in termini di riqualificazione energetica. Stimati i metri quadri di pareti perimetrali e di coperture, e il numero di infissi e caldaie – tutti nell’ordine di molti milioni, addirittura di miliardi nel caso delle coperture – che potrebbero essere oggetto di intervento in un arco di tempo compreso tra i 5 e i 10 anni, si capisce l’immensa opportunità che abbiamo a portata di mano per ridurre l’impatto generale delle costruzioni sui consumi energetici e sulle emissioni di gas serra. A maggior ragione in un paese dove la stragrande maggioranza delle famiglie possiede la casa dove vive – ben oltre l’80%, secondi in Europa solo alla Spagna – e che vede gli interventi di miglioramento sulla propria abitazione come un investimento redditizio nel tempo. Uno scenario insomma dove la domanda (l’utenza) potrebbe essere la molla di un potenziale circolo virtuoso, che dovrebbe essere seguito, e anzi favorito e assecondato, da condizioni legislative ancora più favorevoli, da una maggiore penetrazione delle tecnologie nella quotidianità, e – aggiungiamo – da una maggiore formazione sull’argomento.

Infine, tra i segnali emersi da SAIEnergia, la certezza che non esiste presunta incompatibilità tra edilizia “sostenibile” (ammesso che, col passare degli anni si arrivi ancora a chiamarla in questo modo, considerando che dovrebbe chiamarsi “edilizia” e basta) e presunte edilizie “normali”, o conosciute con altri aggettivi. È il caso dell’antisismica, che ciclicamente torna sugli scudi in corrispondenza dei terremoti che prima o poi colpiscono il nostro paese, posizionato com’è a cavallo della faglia che divide Europa e Africa. Raggiungere l’obiettivo di progettare e costruire un’edilizia nello stesso tempo sostenibile e antisismica (e, perché no, a basso costo, aggiungiamo noi, così come esteticamente valida, riciclabile, ecc.) è non solo possibile ma perfino facilmente realizzabile, come testimoniato da “Casasicura”, un prototipo di residenza realizzato da Costruttori CasaClima Suedtirol in collaborazione con il Master CasaClima dell’Università di Bolzano e la rivista CASA&CLIMA; una abitazione formata dall’assemblaggio di quattro spicchi realizzati con quattro tecnologie diverse – legno, muratura, acciaio e cemento – che somma le qualità di un’edilizia a basso impatto energetico e costruita con criteri antisismici. La prova che, se ce ne fosse bisogno, col passare del tempo molti attributi del termine edilizia sia spera scompaiano, perché ormai dati per scontati.

Massimo Rossetti