Entro il 2050 la Spagna potrebbe lasciarsi alle spalle i combustibili fossili. In effetti, sulla base di quanto emerso da un rapporto molto dettagliato che Greenpeace ha commissionato all'ITT (Instituto de Investigaciones Tecnologicas) dell'Università Pontificia Comillas di Madrid, può davvero decidere di farlo.
L'analisi tiene conto dei principali fattori che condizionano la disponibilità di risorse, quali possono essere i limiti di tutela ambientale e le diverse destinazioni d'uso del territorio, il legame tra domanda ed effettivo potenziale di generazione, la capacità di trasporto della rete nazionale. I principali destinatari dei risultati di questo studio sono i decisori politici spagnoli i quali nell'aggiornamento del piano energetico nazionale, nell'orientamento degli investimenti futuri e nella realizzazione di infrastrutture coerenti, potranno tener conto dell'immenso potenziale attribuito alle rinnovabili, sulla base delle analisi circostanziate dell'ITT, e delle opportunità che questo offre nel contrastare il cambiamento climatico in corso.
Tracciando uno scenario che proietti, in modo realistico, la domanda energetica (1.525 TWh/anno) e la popolazione nazionale (38 milioni ab.) previste per la metà del XXI secolo, il rapporto conclude che le potenzialità delle fonti rinnovabili potranno arrivare a superare il fabbisogno totale di energia dell'intera penisola iberica addirittura di 56,42 volte. La stima esclude l'utilizzo delle zone protette, complessivamente pari al 28% del territorio, e anzi dimostra che sarebbe sufficiente una superficie pari al 5,3% del territorio per soddisfare la domanda totale di energia.
La diversificazione del territorio nazionale consente di prevedere un mix energetico piuttosto differenziato, distribuito in modo tale da consentire a ciascuna delle quindici regioni di soddisfare autonomamente il fabbisogno interno. Si produrrà energia fotovoltaica, solare termica, geotermica, idroelettrica, da biomasse, dalle onde, eolica terrestre e marina, tramite caminetti solari.
La principale risorsa è senz'altro la radiazione solare che, tra fotovoltaico e solare termico, produrrebbe oltre 37 volte il fabbisogno totale, poi segue l'utilizzo dell'energia dal vento, sia al largo delle coste che su terraferma, per un totale di nove volte l'energia necessaria al Paese.