Rinnovabili: avanti tutta verso gli obiettivi di Kyoto

20–20–20: meno 20% di emissioni di gas serra in atmosfera; 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili; 20% di risparmio energetico da realizzare entro il 2020. Come fare a raggiungere questi obiettivi? Attraverso il Piano di azione nazionale sull’energia messo a punto dal Senato, e approvato definitivamente il 12 maggio scorso, che sarà inviato a Bruxelles entro fine giugno. Se tutto va bene, sarà operativo per la fine dell’anno.

Gli impegni del Governo italiano sono descritti nell’articolo 17 del Ddl “Comunitaria 2009”. L’obiettivo generale del piano è “la produzione congiunta di efficienza energetica e di utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione ed il consumo di energia elettrica, calore e biocarburanti”.

In particolare “il piano fissa gli obiettivi nazionali per la quota di energia da fonti rinnovabili consumata nel settore dei trasporti, dell’elettricità e del riscaldamento e raffreddamento nel 2020, avendo riguardo di garantire uno sviluppo equilibrato dei vari settori che concorrono al raggiungimento di detti obiettivi in base a criteri che tengano conto del rapporto costi-benefici”.
Con un occhio rivolto all’efficienza e uno all’economia, anzi tentando di investire minori soldi pubblici possibile, lo Stato italiano si propone di:
- adeguare e potenziare il sistema di incentivazioni delle fonti rinnovabili;
- prevedere una revisione degli incentivi per la produzione di energia elettrica prodotta da impianti alimentati da biomasse e biogas, specialmente se realizzati dagli stessi produttori agricoli;
- incentivare con 0,28 eurocent/Kwh impianti ad alcool etilico di origine agricola
- semplificare le procedure la burocrazia per gli impianti di produzione di energia da rinnovabili prevedendo solo la DIA per quelli per la produzione elettrica fino ad 1MWe.

Molto interessante la raccomandazione di inserire, in sede di pianificazione, progettazione e costruzione di aree residenziali, industriali e commerciali e nella pianificazione di infrastrutture urbane, apparecchiature e sistemi di produzione di elettricità, calore e freddo da fonti energetiche rinnovabili e apparecchiature e sistemi di teleriscaldamento o teleraffrescamento.

In pratica possiamo immaginare, in un prossimo futuro, pannelli fotovoltaici sui guard rail delle strade, pale eoliche sopra ai campanili… Gli impianti ad energia rinnovabile diventeranno con pieno diritto parte del paesaggio delle nostre città e paesi.
Ma l’energia non basta produrla, bisogna anche trasportarla dove serve, attraverso la rete elettrica o termica. Per questo il piano si propone di promuovere l’integrazione delle fonti rinnovabili nelle reti di distribuzione e trasporto dell’energia. In altre parole, c’è la necessità di adeguare la rete elettrica nazionale che è stata costruita in modo da trasportare l’energia in un’unica direzione, cioè dalla centrale al consumatore e si può configurare come un’autostrada con un’unica entrata e tante uscite, in una rete simile a quella di internet con tante entrate (una per ogni impianto che riversa la sua produzione in rete) e tante uscite quanti sono i consumatori.
L’articolo 18 dello stesso decreto riconosce la pollina (le deiezioni degli allevamenti avicoli) come biomassa combustibile e non più rifiuto e ne consente l’utilizzo a fini energetici “previa l’utilizzazione degli enti competenti per territorio”. Un buon combustibile per la pirolisi.

Maria Grazia Minto

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