Ricerca indipendente e autorevole; perché?

Ricerca indipendente e autorevole; perché?30-04-2008 00:00

Tutto mondo è paese: circa metà degli americani vive in aree con problemi d’inquinamento dell’aria. E' tale il problema e il pericolo, sia per la salute di tutti, sia per il portafoglio degli inquinatori, che si tenta di truccare carte e dati. Vi ricordate quanto è successo da noi con livelli di accettabilità dell'atrazina? Moltiplicateli per mille e otterrete la situazione attuale.

Un sondaggio effettuato presso 1.600 ricercatori che lavorano all’EPA (Environment Protection Agency), responsabile della qualità dell’aria nel paese, ha evidenziato una situazione di crisi. Centinaia di ricercatori hanno denunciato interferenze politiche nel loro lavoro, ostacoli alla comunicazione libera dei risultati scientifici.

Per inciso l’EPA è la somma delle nostre ARPA (Agenzie Regionali di Protezione Ambientale) più un organismo di ricerca pubblico (tipo Cnr o Enea) più il Ministero dell'ambiente. La norma di riferimento per le emissioni in atmosfera è il Clean Air Act ed è predisposta dall'EPA.

Su 1600 ricercatori, 889 hanno subito pressioni almeno una volta negli ultimi cinque anni, 507 hanno saputo di casi in cui gli interessi commerciali hanno indotto delle revisioni delle conclusioni o decisioni tramite interventi politici, 719 ricercatori hanno la sensazione che non venga mai, alcune volte od occasionalmente utilizzato il miglior giudizio scientifico del proprio staff.

Essi citano alcuni casi ed evidenze.
Nel caso delle centrali termoelettriche a carbone l’EPA aveva introdotto una norma sulle emissioni di mercurio. Il mercurio agisce come neurotossina causando danni cerebrali e danni nella riproduzione umana e animale. Tale norma (Clean Air Mercury Rule noto anche come CAMR) è stata pesantemente influenzata dalla Casa Bianca che l’ha esclusa dalla norma generale (Clean Air Act).
Un’ispezione fatta a posteriori dimostrò che i ricercatori subirono pressioni per cambiare le analisi e i risultati e a concordare con valori predefiniti di mercurio. Nel febbraio 2008 la corte d’appello decise che il CAMR aveva violato la norma generale (Clean Air Act). Gli standard d’emissioni di mercurio non furono decisi dall’EPA ma dalla Casa Bianca.

Altro caso. Le norme che regolano la qualità dell’aria sono chiamate NAAQS (National Ambient Air Quality Standards) e si basano sugli standard della norma più generale (Clean Air Act) che tengono in conto della più recente conoscenza scientifica.
Anche in quest’ambito si sono verificate delle interferenze nella definizione degli standard riguardanti le particelle fini. Il comitato scientifico dell’EPA (CASAC) aveva consigliato di introdurre dei limiti più stretti per prevenire i costi sociali sanitari per infarti, disturbi cardiaci e respiratori, ecc. L’amministratore dell’EPA Stephen Johnson si rifiutò (per la prima volta in 30 anni) di introdurre nuovi standard in accordo ai consigli del suo staff. Un’analisi del testo rivelò che ci fu un’aggiunta che assomigliava molto ad una comunicazione delle associazioni commerciali coinvolte (ndr: si possono immaginare le aziende della produzione d’energia con fonti fossili, produttori autovetture, ecc.).
Nel report curato dalla UCS si documentano altri casi che riguardano ozono e piombo.

In Italia il problema non si pone giacché le norme sono decise dal Ministero dell’Ambiente di concerto con altri Ministeri che, in ogni caso, rispondono al Governo. Gli organi tecnico-scientifici e normativi sono spesso permeati da interessi che non assicurano la neutralità scientifica.

Avvertiamo urgente il bisogno di avere un organismo tecnico-scientifico indipendente, autorevole, con poteri disgiunti dal potere politico, che non abbia la spada di Damocle ogni anno della assegnazione del budget e, soprattutto, che abbia a cura il futuro dell’umanità.

Fonti: UCSUSA, Report UCS

G.Padovan