Picco dei consumi al 2020, solo rinnovabili al 2050

large_energie-rinnovabili.jpgPare che la chimera di un mondo interamente sostenibile non sia molto lontana e che le competenze del mondo scientifico combinate con le attuali fonti rinnovabili di energia potrebbero assicurare già a partire dai prossimi 40 anni il consumo esclusivo di energia pulita e sostenibile.

Ad affermarlo una recente ricerca pubblicata su Energy Strategy Review dal titolo “Transition to a fully sustainable global energy system”, che ha dimostrato come in assenza di rivoluzioni scientifiche sostanziali ma in presenza di adeguate politiche in grado di diffondere le tecnologie attuali e migliorare l’efficienza energetica del sistema, il 95% del fabbisogno energetico globale potrebbe essere coperto dalle rinnovabili.

Una scossa molto forte agli scetticismi del grande pubblico e delle comunità di esperti convinti che allo stato attuale la richiesta di energia continuamente in ascesa, sia nettamente superiore alla produzione massima raggiungibile con le sole fonti pulite. Certo si tratterebbe di soddisfare una domanda planetaria di 260 exajoule ma chi ha realizzato la ricerca è convinto che la transizione verso una reale green economy sia possibile purché non si basi esclusivamente solo sul fronte dell’offerta.

La sostenibilità infatti è una ricetta che va accompagnata ad importanti provvedimenti sul piano della riduzione dei consumi e miglioramento dell’efficienza energetica, senza nulla togliere alla produttività economica e all’agiatezza. Nello scenario descritto dallo studio non si parla di abbassamento della qualità di vita ma di riduzione dell’intensità energetica legata ad un’aggressiva diffusione delle tecnologie più efficienti.

Secondo lo studio intorno al 2020 ci sarà il picco dei consumi energetici della società contemporanea. Da lì in avanti il fabbisogno tenderà a diminuire fino a raggiungere i livelli dell’inizio del 2000, mentre la domanda di energia elettrica risulterà sempre crescente. La ricerca si basa sull’individuazione di una fattibilità teorica e non si sofferma sulla valutazione del miglior rapporto costi/benefici delle soluzioni per il raggiungimento della totale conversione al 2050. La transizione richiederà chiaramente importanti investimenti economici iniziali che mediamente incideranno per quasi il 2% del PIL mondiale annuo. Tuttavia, negli ultimi anni dell'intervallo temporale considerato, il bilancio finanziario netto risulterà positivo: il nuovo sistema energetico in esercizio costerà, infatti, sensibilmente meno rispetto ad una situazione tendenzialmente invariata (Business As Usual). I dettagli economici saranno illustrati in uno studio attualmente in fase di preparazione (S. Klaus, Y.Y. Deng, K. Blok, Economics of a transition to a fully sustainable global energy system) che analizzerà, appunto, l'impegno economico e il risparmio conseguente confrontandoli con uno scenario BAU.

L’impegno richiesto alle pubbliche amministrazioni riguarda la costruzione di reti che nel lungo periodo favoriscano la transizione e il crescente investimento in infrastrutture e progetti di R&S ai primi stadi. Al privato, inteso sia come consumatori che imprese, si chiede di operare in una prospettiva di lungo termine con l'adozione di buone pratiche nel settore dell'efficienza energetica e di concentrare gli investimenti in soluzioni energetiche efficienti e sostenibili.

Fonte: Energy Strategy Reviews