Monito di Greenpeace all’UE: sono da spegnere 34 reattori

artisti-nucleare-greenpeace.jpgPuò l'esito degli stress test effettuati presso gli impianti nucleari europei cambiare a seconda dei punti di vista? La situazione è nel complesso "soddisfacente" secondo il Commissario Oettinger. Al contrario, rischi fuori controllo per Greenpeace che chiede la chiusura di 34 reattori in 13 centrali europee che non rispettano gli standard di sicurezza.

Il 4 ottobre 2012 la Commissione Europea ha reso pubblico l'esito degli stress test condotti sulle centrali nucleari europee. Risulta soddisfatto il Commissario Günther Oettinger, il quale dichiara che "I test di resistenza hanno rivelato quali sono gli aspetti positivi e dove è necessario introdurre miglioramenti. I test sono stati effettuati con rigore e sono stati un successo. Nel complesso la situazione è soddisfacente ma non vi è spazio per l'autocompiacimento".

Eppure dalle anomalie messe in evidenza nello stesso comunicato stampa ufficiale UE, non c'è motivo di sentirsi tanto sollevati. Si raccomanda, infatti, di apportare miglioramenti tecnici specifici agli impianti, e si evidenzia che i test di resistenza hanno dimostrato che le norme e le pratiche internazionali non vengono applicate dappertutto. Le criticità riguardano in particolare:

- Terremoto e rischio di inondazioni. Le norme attuali sul calcolo dei rischi non vengono applicate in rispettivamente 54 reattori (per il rischio di terremoti) e 62 reattori (per il rischio di inondazioni) sui 145 controllati. Il calcolo del rischio dovrebbe basarsi su un arco temporale di 10.000 anni anziché sui periodi di tempo molto più brevi che vengono talvolta utilizzati.

- Ogni centrale nucleare dovrebbero disporre di strumenti sismici in situ per misurare e dare l'allarme in caso di terremoto. Tali strumenti andrebbero installati o migliorati in 121 reattori.

- Dovrebbero essere presenti sistemi di ventilazione con filtro dell'involucro di contenimento per permettere la depressurizzazione sicura del contenitore del reattore in caso di incidente. 32 reattori non sono ancora dotati di questi sistemi.

- Anche in caso di devastazione generale le attrezzature per far fronte a gravi incidenti dovrebbero essere conservate in luoghi protetti dove potrebbero essere rapidamente recuperate. Ciò non avviene nel caso di 81 reattori nell'UE.

- Dovrebbe essere disponibile un secondo locale di controllo di emergenza qualora la stanza di controllo principale sia inagibile in caso di incidente. Questi non sono disponibili in 24 reattori.

Tutt'altro che tranquilla si dichiara, invece, Greenpeace, che con un’indagine indipendente ha rilevato che ben 34 reattori, di 13 centrali nucleari europee differenti, sono ad alto rischio al punto da chiederne la repentina chiusura.

Ecco l’elenco dettagliato riguardante i fattori di rischio presenti nelle centrali nucleari incriminate, individuate dall’associazione ambientalista:

- Almaraz, Spagna: 2 reattori da chiudere subito. Esiste un solo generatore di emergenza e non sono valutati i rischi per eventuali inondazioni.

- Doel, Belgio: 4 reattori. C’è una scarsa valutazione dei fattori di rischio generati da potenziali catastrofi sismiche e incendi e/o allagamenti e manca una valutazione dei rischi per le piscine di stoccaggio affidabili. A preoccupare in particolare sono le 7.776 fratture nel vessel del reattore n.3.

- Fessenheim e Gravelines, Francia: rispettivamente 2 reattori e 6 reattori. Si registrano lacune nella protezione per eventuali terremoti, inondazioni ed eventi metereologici estremi. Inoltre, nessun reattore ha accesso a una fonte di raffreddamento alternativo e non esiste alcun backup con caratteristiche antisismiche.

- Grundemiggen, Germania:, 2 reattori. Un’alluvione di durata molto lunga ha messo a repentaglio la sicurezza della centrale. Non ci sono piani di emergenza nel caso di fuoriuscite di idrogeno e dunque per Greenpeace andrebbe chiusa prima del 2015, data inizialmente prevista.

- Wylfa, Regno Unito: 1 reattore. Mancano sistemi automatici di arresto in caso di evento sismico e non esiste una procedura di contenimento secondaria del secondo reattore.

- Krsko, Slovenia: 1 reattore. Nonostante i tentativi di rafforzare l’impianto in questi ultimi anni, permane alto il rischio alluvioni e per terremoti di grande magnitudo.

- Mochovce, Slovacchia: 2 reattori. In caso di catastrofi sismiche l’edificio del reattore è soggetto ad allagamento per rottura condotte e non è valutato il rischio di incidenti aerei.

Fonte: Greenpeace , Commissione Europea