Microgeneratori? Acquistateli in Germania. Lì ci credono.

Nella seconda parte degli anni ’70 – come conseguenza della crisi energetica del 1972 - la ricerca italiana subì una scossa generata dai Progetti Finalizzati del CNR al conseguimento di obiettivi tematici. In particolare ci furono parecchi Progetti Finalizzati Energetica che portarono a molte innovazioni potenziali di processo e di prodotto.
 
Tra queste ricordo l’auto con Cx inferiore a 0,1 del prof. Morelli del Politecnico di Torino (la forma dell’auto era detta a “banana” e i canoni estetici, emersi dalla ricerca furono, per quel tempo, sconvolti) e il Totem (micro-cogeneratore da 15 kWe realizzato con un motore della 127 alimentata a metano) sviluppato dall’ing. Palazzetti presso il Centro Ricerche Fiat.
 
Negli anni successivi mi sono chiesto perché quelle innovazioni non siano state recepite tempestivamente dalle aziende automobilistiche e da quelle delle filiere energetiche. Certo, a quel tempo non c’era l’attenzione spasmodica al ridurre i consumi nelle autovetture e, ora, col senno di poi, ci sono molte auto a forma molto simile a quella “trovata” dal prof. Morelli. Ci sono dei margini ancora per passare dall’attuale Cx della Prius per arrivare sotto allo 0,1. Se qualcuno volesse andare a vedere la “forma a banana” potrebbe scoprire l’estetica delle auto da qui a 5 anni.
Il “Totem” è stato – devo dire - ed è una clamorosa mancata opportunità non colta dalla Fiat ma, soprattutto, dai costruttori di generatori termici o caldaie.
 
Se qualcosa arriverà a breve dobbiamo guardare alla Germania e Inghilterra dove ci sono notevoli attenzioni verso la micro-cogenerazione distribuita. Di quanto la Germania sta facendo e intende fare ne danno notizia anche i media e blog italiani. Riportiamo per esteso l’articolo di Andrea Tarquini pubblicato su “la Repubblica”, ripreso dai più noti Blog e portali. La notizia, depurata dai toni sensazionalistici come “la trovata rivoluzionaria” e altre facezie, è significativa e valida.
 
di Andrea Tarquini (la Repubblica)
 
BERLINO - Dopo l’auto del popolo, ecco l’energia del popolo. La Volkswagen, il numero uno europeo e big global player mondiale dell’auto, l’azienda nata inventando col Maggiolino la vettura per tutti, si lancia a sorpresa nel mercato dell’energia con una trovata rivoluzionaria, che in Germania secondo Der Spiegel già fa tremare i produttori tradizionali. La trovata rivoluzionaria è appunto la mini-centrale elettrica in casa, in cantina o nello sgabuzzino, che produce l’energia per l’appartamento o il villino dove vivi, e trasmette l’esubero di produzione di energia a un accumulatore, il quale la redistribuisce in rete. Almeno centomila mini-centrali in domicili privati, interconnesse tra loro, possono fornire la stessa produzione di energia di due reattori atomici o di due grandi centrali elettriche a carbone. A prezzi molto interessanti per l’utente, e con alta efficienza nel rapporto consumo-produzione di energia. L’accordo è stato raggiunto tra Volkswagen e Lichtblick, un’azienda che produce e fornisce energia elettrica nel nordovest della Repubblica federale.
E’ un’intesa che il colosso dell’auto e il piccolo, dinamico produttore-outsider di elettricità hanno firmato con validità da adesso per tutto il mondo. Entro il 2010 le mini-centrali domestiche saranno disponibili. E. On, Rwe, gli altri big del comparto energia in Germania, e forse oltre i confini tedeschi anche colossi come Edf, già si preoccupano: è una sfida che probabilmente non si aspettavano. E’ la prima volta che Volkswagen, produttore d’auto “puro”, si lancia alla grande in un altro comparto.
 
Funziona così. La mini-centrale, a prima vista, sembra un enorme frigorifero, o congelatore, o una piccola moderna caldaia. Dunque può facilmente trovare spazio nella cantina, nel locale-sgabuzzino, o in qualsiasi altro posto di una casa unifamiliare o di un appartamento. Il cuore dell’apparecchiatura è un motore Volkswagen a metano, derivato dai propulsori di serie della Golf, che produce energia di per sé e muove un generatore. La mini-centrale Volkswagen-Lichtblick fornisce l’energia necessaria al consumo domestico, con un’efficienza di produzione di circa il 94% nel rapporto consumo-produzione e produzione-utilizzo possibile di energia. Molto di più del 40% circa delle moderne centrali nucleari o a carbone.
 
Volkswagen e Lichtblick vogliono installare centomila mini-centrali in Germania in un primo momento, poi dare la caccia ad altri clienti. Ma non è tutto, appunto. Il resto, la produzione di energia residua, non utilizzata in casa, viene convogliata insieme alla residua produzione delle altre 99mila 999 centrali domestiche e immagazzinata in un accumulatore, con cui poi Lichtblick redistribuisce la corrente ai suoi utenti in rete. Tutto senza costruire costose nuove grandi centrali, solo interconnettendo come tanti mini-computer collegati grazie a Internet le centomila (e forse domani i milioni) di mini-centrali domestiche. Interessantissimi anche i costi d’acquisto ed esercizio per l’utente: l’installazione viene fornita per 5000 euro, poi si paga un canone mensile di 20 euro più il consumo mensile d’energia secondo le tariffe ufficiali, pubblicamente imposte, del gas. In più il produttore paga all’utente 5 euro mensili di “fitto” e 0,5 cent per ogni chilowatt immagazzinato nell’accumulatore. Riparazioni e manutenzione gratis.
 
Sono certo che in Italia i micro-cogeneratori troveranno molti clienti. Giustamente. E con buoni motivi.
 
Qui in Italia a più di qualcuno fischieranno le orecchie. Gli acufeni saranno così forti che si sentiranno anche da distante; di sicuro si udranno nelle province in cui si ubicheranno le centrali nucleari - o in qualsiasi alto sito dove collocare centrali termo-elettriche - e, non ultimo, in qualche ufficio direzionale delle "utilities" energetiche nostrane; speriamo si sveglino dal torpore indotto da utili a due cifre.
 
ing. Gianfranco Padovan, Presidente EnergoClub