Libri: Il Paese degli elefanti

Il Picco del petrolio, del gas, del carbone e di ogni altra risorsa non rinnovabile è semplicemente il massimo storico di produzione della risorsa. Ad esso sono soggette tutte le risorse energetiche, ma anche i metalli su cui si fonda l’industria moderna e altri materiali, ad esempio quelli che si utilizzano nelle costruzioni: le sabbie, i materiali lapidei, il marmo, il travertino, e quelli usati in agricoltura come i fosfati.

Per essere precisi non è necessario che una risorsa sia non-rinnovabile affinché incontri a causa del suo sfruttamento un Picco di produzione. In effetti anche una risorsa rinnovabile, come è l’acqua dolce che si rinnova continuamente attraverso l’evaporazione, la condensazione e le precipitazioni, sfruttata ad un tasso superiore a quello di ricostituzione naturale può andare incontro ad una dinamica di depauperamento analoga a quella di una risorsa non rinnovabile.

Questa peculiare idea è una di quelle che lasciano il segno. La rinnovabilità dipende dalla velocità con cui si usa la risorsa, non dalla sua intrinseca natura.

Il libro parte dall’energia come viene presentata nei grandi mezzi di informazione, rifacendo la storia degli approcci che i vari governi hanno avuto nei confronti del problema e delle risposte che il mondo dell’ambientalismo e di chi si occupa del problema come ASPO, ha avuto sul tema; l’apparato di note e di riferimenti assolutamente formidabile aiuta a farsi una documentazione di prima mano. Prosegue nel mostrare il ruolo conccreto che i fossili di varia origine hanno nell’economia reale e soprattutto il rapporto fra consumi, prezzi e previsioni; un tema che ha spesso appassionato i grandi organi di informazione: ossia del quanto ce n’è? Per fare ciò introduce in modo generale la definizione del picco del petrolio e soprattutto l’idea che il picco del petrolio tradizionale è già alle nostre spalle.

Un ulteriore capitolo descrive il concetto di risorse e riserve, entrando nella definizione esatta dei termini tecnici che sono spesso usati anche nella letteratura professionale sul tema ed inizia a fornire i valori relativi al nostro paese, come illustrazione dei concetti usati. Un ulteriore capitolo è dedicato alla definzione di EROEI, di energia netta, un concetto che sta piano piano entrando nel lessico quotidiano e che ci può servire da guida nel comprendere perchè non sia possibile sommare le riserve dei vari tipi di idrocarburi, mescolando prodotti che se pur simili all’apparenza, idrocarburi liquidi, hanno un contenuto di energia netta del tutto diverso a causa del diversissimo modo di estrazione che hanno subito.

A questo punto, dopo una carrellata leggibilissima, ma precisa ed attenta il libro si dedica al suo core business, ossia al suo argomento nominale: ma quanto petrolio e gas c’è in Italia e da dove viene, in quali regioni, sfatando i vari miti giornalistici, a partire dal fatto che il grosso del petrolio nazionale si può estrarre sulla terraferma e non sul mare, l’Adriatico selvaggio di poetica memoria non nasconde che una parte di gran lunga minoritaria del tesoretto (pag.99). un tesoretto, a cui, precisa Pardi le aziende estrattive sono molto interessate non tanto per la composizione ricca di S che lo rende meno appetibile ma per i bassi oneri di estrazione che devono pagare. Una parte finale del capitolo si dedica anche alla decrizione della situazione mondiale.

La conclusione è chiara:

L’Italia non è il paese degli elefanti, e non è nemmeno il paese degli idrocarburi. Non ci sono oceani di petrolio e gas sotto il mare Adriatico, e non ci sono “ingenti” riserve nel sottosuolo della penisola. I giacimenti della Val d’Agri in Basilicata, splendida regione da visitare a bassa velocità, gustandone la natura, i cibi e l’ospitalità indimenticabile dei suoi cittadini, è si il quarto per produttività in Europa, ma a buona distanza dal terzo e con un petrolio la cui qualità è gravemente compromessa dal carico di zolfo ………

Luca Pardi è nato a Torino nel 1957 e cresciuto a Firenze. Laureato in Chimica all’Università di Firenze ha svolto attività di ricerca di base nel campo della chimica-fisica dei materiali magnetici, con esperienze di lavoro in Francia, dal 1993 al 1995, e negli Stati Uniti, dal 1995 al 1998. Rientrato in Italia, all’inizio degli anni 2000, viene assunto al Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’Istituto per i Processi Chimico-Fisici. Nel 2003, venuto a conoscenza del tema del Picco del petrolio, fonda, insieme al professor Ugo Bardi, membro del Club di Roma, la sezione italiana di ASPO (Association for the Study of Peak Oil & Gas) e comincia a dedicarsi sempre più intensamente al tema dell’energia, della sostenibilità e della crisi ecologica in atto. Dal 2010 è presidente di ASPO-Italia.

IL PAESE PAESE DEGLI ELEFANTI: Miti e realtà sulle riserve italiane di idrocarburi
Autore: Luca Pardi
Lu.Ce. Editore, 2014,
120p, 12 euro

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