L'energia dalle onde in un'ostrica

Sembra un semplice basculante che oscilla avanti e indietro sotto la spinta della forza delle onde del mare sempre agitato della Scozia, invece è un'“ostrica”.
Come il celebre mollusco, porta dentro di sé una “perla” preziosa, pompa acqua e abita nel mare, vicino alla costa.
Ma le somiglianze terminano qui. “Oyster” è il nome del prototipo che è stato ideato dal centro di energia marina europeo (EMEC) sito a Orkney vicino a Stromness, in Scozia; sviluppato dall'azienda Aquamarine Power ed inaugurato ufficialmente dal primo ministro scozzese Alex Salmond.

Il dispositivo, è attualmente il solo meccanismo al mondo che produce energia elettrica dalle onde marine.
Oyster è progettato per catturare l'energia delle onde che si trovano vicino alla spiaggia. Infatti opera ad una profondità che va dai 10 ai 16 metri. Ha poche parti in movimento e tutte le componenti elettriche sono sulla terra ferma.
 

 

Il moto ondoso muove avanti e indietro il basculante di Oyster. Questo movimento che non si interrompe mai, né di giorno né di notte, pompa acqua marina ad alta pressione dentro ad un tubo collegato con una turbina idroelettrica posta sulla terra ferma. L'acqua utilizzata dal generatore idroelettrico ritorna al mare.
 


Le sue prestazioni che non vengono interrotte nemmeno dalle tempeste sono monitorate continuamente ed i risultati forniranno una base per produrre oyster su scala commerciale. Uno dei punti di forza del sistema sta nella sua semplicità. Il 4 dicembre la società ha ottenuto un'altro premio per l'innovazione .
Il prototipo ha una potenza di picco di 315 kW, il progetto prevede per i dispositivi commerciali una potenza unitaria di 2 MW.


Federico Munerotto, Maria Grazia Minto


Fonte: Aqua Marine Power

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Commenti
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giuseppe-raoul.piccinini
Scritto : 06-01-2010 22:07 ( Un mese )
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Provate a guardare le dimensioni di questi “sportelli” e noterete un gigantismo che compete con il Pelamis, e non solo per le dimensioni, ma per l’irrisoria quantità d’energia prodotta rispetto alla costruzione. Sembra quasi che per uccidere una formica serva un “CARROARMATO”. L’imponenza assomiglia molto ad altre tecnologie che prevedono piattaforme petrolifere,Manchester Bobber”, per produrre con generatori la cui rotazione è prevista per la sola discesa dall’onda, mentre la risalita serve per “ricaricare” il sistema, quasi che la piattaforma che sostiene il tutto, non costasse nulla; la stessa cosa per soli 300 Kw accade qui, gigantismo e meccanica a basso rendimento. Si può sicuramente affermare, che il moto ondoso ha energia maggiore di almeno cinque volte l’aria utilizzata dall’Eolico, ed una prevedibilità migliore del fotovoltaico, e può rappresentare la “PRIMARIA FONTE ENERGETICA A LIVELLO MONDIALE”, sia in ragione dell’immensa superficie, sulla quale quasi tutti i paesi del mondo si affacciano, ma sopra ogni altra cosa il notevole rendimento meccanico. È inoltre una tecnologia considerata a torto non matura, ma ancora in fase di sperimentazione. Inoltre, sino ad ora, i dati relativi alle produzioni di alcuni anni orsono hanno dato indicazioni incoraggianti ma per competere con l’Eolico, (su 1 MW istallato, la resa Eolica è del 25%, cioè 250 Kw), ad esempio, ritenuto uno dei sistemi più performanti e verso il quale tutte le tecnologie si confrontano per le produzioni d’energia, la strada da percorrere sembrava ancora molto lunga; proprio in relazione a questi primi risultati di tecnologie che sfruttano il moto ondoso, (anche se confortanti), si utilizzano ancora oggi nei confronti e per il futuro di questa tecnologia una serie di condizionali. Oggi, però, dopo molte sperimentazioni e proposte progettuali provenienti da tutto il mondo, il sistema per la produzione dell’energia da moto ondoso è MATURO; utilizzando un nuovo progetto che sarà prodotto dalla K.I. Energy, info@kienergy.co.kr, (nuovo sistema, presentato in Corea, al “KOREA GREEN ENERGY SHOW”, di Seoul il 13 – 16 Ottobre 2009), con sede in Busan, Repubblica di Corea, città di circa sei milioni d’abitanti, fronte Oceano Pacifico, si potrà produrre per ogni Kmq o poco più di superficie marina od oceanica almeno 1 GW e più, (istantaneo per capirci, cioè pari a 24 GW giornalieri, 8.760 GW anno), pari ad una centrale nucleare con 1 reattore da 1GW in funzione al 100% per tutto l’anno che produce 8,7 TW, ma senza le controindicazioni del nucleare. Non esistono per detti sistemi controindicazioni all’istallazione, che sfrutta onde di qualsiasi altezza, che si auto livellano alle maree per sfruttare sempre e nel migliore dei modi il moto ondoso, che non hanno problemi con terremoti marini, maremoti, tzunami, tempeste, ecc., che può essere posato anche in presenza di notevoli profondità, i cui materiali di realizzazione non inquinano, e la cui manutenzione ciclica non prevede nel tempo la dismissione degli impianti, che possono invece essere ampliati a piacimento. Questa tecnologia può essere posata in mare in forma di Boe, (in Cina ne vengono usate milioni per coltivare e produrre alghe per l’alimentazione), di cui in superficie si nota appena la posizione, praticamente invisibili ad occhio nudo se istallate in oceani o in mari, come da noi, ma realizzate in relazione delle prestazioni dei siti d’istallazione, perfettamente funzionanti e produttive anche per siti di tipo Mediterraneo, dato che le prestazioni minime di produzione, in relazione al sito, partono da un minimo del 60/70% fino ad oltre il 120%. Ora la tecnologia per la produzione d’energia da moto ondoso, (le altre come quella sopra non possono competere), si pone come nuovo limite da raggiungere, (attualmente irraggiungibile da Fotovoltaico, 500/700% in più, ed Eolico, 300/400% in più), oltre al quasi azzeramento dell’impatto ambientale, con risvolti positivi anche per le zone di mare occupate che diventano aree di protezione per la vita e la riproduzione della fauna ittica. L’energia può essere utilizzata direttamente o immessa in rete, l’azienda non vende sistemi ma energia, come Enel ad esempio, e può essere contattata da Governi, o Società di produzione o Distribuzione. Cordiali saluti, Piccinini G. Raoul. luoar@libero.it