Legge sviluppo/energia Ratatouille

La Ratatouille Nicoise è un piatto francese molto simile alla nostra caponata. Verdure estive stufate con basilico e aglio. Ratatouille è la ricetta usata da Remy, piccolo topolino di un famoso film animato, per conquistare i francesi.
La nuova legge - denominata sviluppo/energia - è entrata in vigore il 15 agosto 2009, con tutta l’italia in ferie, composta da 64 articoli di cui alcuni importanti per le sorti energetiche del paese, è una Ratatouille con molti ingredienti. Siamo sicuri che i francesi ameranno questa Ratatouille, come nel film della Disney, essendoci l'ingrediente "nucleare".
 
Prima di entrare nel merito dei principali articoli che riguardano l'energia vediamo di commentare il comunicato stampa del Ministero allo Sviluppo Economico.
 
Nuova strategia energetica nazionale – Sono state snellite le procedure per la realizzazione delle reti e delle infrastrutture energetiche; sono stati dati forti impulsi alle fonti rinnovabili; si riapre la strada al nucleare. Diventa operativo il percorso per ridurre la nostra dipendenza dall'estero, abbassare il costo dell'energia, ridurre l'inquinamento, realizzare un mix elettrico con il 50% di fonti fossili (contro l'attuale 83%), il 25% di rinnovabili dall'attuale 18%, il 25% di nucleare».
 
Commento: Già, gli "ingredienti" utilizzati nella Legge sono parecchi. Spicca - come è ovvio - la decisione sul nucleare. Sul tema vedremo di ritornare al rientro dalle ferie. Invece si desidera evidenziare un fatto che crea un prospettiva diversa a quanto affermato dal Ministro Scaiola. I primi dati Terna, relativi alla produzione elettrica del 2009, mostrano che le fonti rinnovabili stanno già contribuendo con oltre il 25% alla produzione elettrica nazionale. Certo, ci sono alcune circostanze atipiche, ma quelle sono le evidenze. Consigliamo quindi le commissioni parlamentari e il governo di prevedere una modifica con un congruo adeguamento di questo obiettivo. Come da tempo si sta constatando il risparmio energetico e l'energia termica non sono stati trattati con l’attenzione necessaria. Il sapore della Ratatouille energetica nella legge è molto spostato sull’elettrico; gli "ingredienti" andrebbero riequilibrati.
 
Abbiamo selezionato alcuni articoli della Legge e ne abbiamo dato un commento.
Articoli 25 - Delega al Governo in materia nucleare: Si prevede a carico del Governo l’emanazione di uno o più DLgs (entro 6 mesi) per l’indicazione dei siti per gli impianti di produzione di energia elettrica e di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi e inoltre, dei sistemi di stoccaggio definitivo dei rifiuti radioattivi Si prevedono misure compensative per le popolazioni interessate. I decreti saranno presentati dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero A&TTM, Ministero I&T, previo parere della Conferenza unificata. I DLgs saranno passati al vaglio delle Commissioni competenti entro 60 giorni. Si prevede a carico dei produttori di energia elettrica nucleare alla costituzione di un fondo per il smantellamento "decommissioning" degli impianti e infrastrutture contaminate dal materiale radioattivo; tale fondo sarà messo a disposizione di Procince, comune del sito e comuni limitrofi. I siti saranno considerati "di interesse strategico nazionale" e, quindi, potranno essere gestiti con speciali forme di vigilanza e tutela (militarmente ndr). Si prevede l’introduzione di adeguati standard di sicurezza per cittadini e ambiente. Si prevede che gli incentivi agli enti locali coinvolti siano a carico delle imprese interessate nel business con divieto di trasferimento agli utenti finali. Le autorizzazioni “uniche” verranno rilasciate dal ministro dello Sviluppo economico, di concerto con Ambiente e Infrastrutture e d'intesa con la Conferenza unificata. Sono previste le Valutazioni di impatto ambientale (Via) e ambientale strategica (Vas). Si prevede tramite accordi bilaterali di recuperare le autorizzazioni uniche di altri paesi (AEN-OCSE) e di renderle valide previo approvazione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. Si prevede che nel caso di ritardi si farà fronte con adeguata copertura finanziaria e assicurativa. Si prevede una informazione capillare nei comuni coinvolti. Sono previste sanzioni in caso di violazioni dei DLgs. Si prevede una campagna di informazione nazionale sulla sicurezza e economicità dell’energia nucleare.
 
Commento all'art. 25: Ovviamente la nostra posizione sul nucleare è diversa. Passeremo da una dipendenza dalle fonti fossili alla dipendenza delle fonti fissili. Non è serio affermare che il costo del kWh è competitivo quando non si sono ad oggi contabilizzati i costi per lo smaltimento delle scorie nucleari e dei materiali contaminati. Non si capisce se il fondo per il decommissioning includa anche lo smaltimento delle scorie nucleari. Evidenziamo a chi ci legge che questo punto è talmente importante che in USA un panel di esperti nuclearisti ha sconsigliato di investire nel nucleare oggi (2009) perché non si sono fatti progressi sufficienti per lo smaltimento delle scorie radioattive e nel frattempo sono emerse altre opzioni energetiche più “certe” e competitive (già ora l’eolico e il geotermico a alta entalpia, la bioenergia in cogenerazione, sono confrontabili o addirittura minori alla termoelettrico a gas o carbone; il solare termodinamico, il fotovoltaico a concentrazione, lo saranno nei prossimi anni).
Sulla competitività del nucleare si legga anche la nostra news Il governo rilancia il nucleare del febbraio 2009, in cui si dimostra, dati alla mano, quanto le affermazioni, e le premesse utilizzate dal governo per decidere la ripresa del nucleare in Italia, siano non corrispondenti al vero.
Aver previsto che gli oneri collegati agli incentivi non gravino sull’utenza finale ma sulle aziende coinvolte è fuorviante. E’ noto che le aziende inseriscono le donazioni nel conto economico e bilancio di esercizio e che da questo che nasce il costo di produzione. Di fatto le aziende scaricano tali uscite tra i costi diretti e qunti sull’utenza finale. Altro discorso sarebbe se degli utili fossero devoluti come donazione quasi fosse una cedola azionaria.
 
Art. 26. - Energia nucleare: Si prevede, entro sei mesi, con una delibera del Cipe, sentiti i ministeri competenti e gli enti locali, il compito di definire le tipologie di impianti nucleari che possono essere realizzate in Italia. Si prevede la nascita dei consorzi di gestione per la costruzione e gestione tramite criteri definiti con delibera CIPE su proposta del Ministero dello Sviluppo Economico. Si modifica la Legge 311/2004 con un articolo che assicura le entrate pari a 100 milioni di euro annui attingendo dalla componente A2 della bolletta elettrica di ogni utente finale (e quindi di ogni residente in Italia).
 
Commento agli articoli 26: Non sappiamo quali saranno i consulenti del CIPE per potere fissare prescrizioni in materia. In ogni caso vedremo di far conoscere il rapporto del MIT ai componenti del CIPE e alle commissioni competenti. Quest’articolo della Legge va segnalato soprattutto perché si mostra come è possibile assicurarsi delle entrate sulle spalle degli utenti finali utilizzando un servizio “obbligato”. Non ci resta che rispondere raggiungendo l’indipendenza energetica come famiglia tramite una strategia basata sul risparmio/efficienza e uso delle FER.
 
Art. 29 – Agenzia per la sicurezza nucleare: Sarà la responsabile della sicurezza e la salvaguardia nucleare in Italia. Norme tecniche, regolamentazione, controllo, gestione e sistemazione dei materiali fissili sarà di sua competenza. L’Agenzia opererà a costo “zero” recuperando strutture, fondi, risorse dell’ENEA e ISPRA. Potrà comminare sanzioni ai licenziatari fino a 150 milioni di euro.
 
Commento all’art. 29: Non sappiamo se le 4 persone dell’agenzia saranno realmente indipendenti. Noi possiamo osservare che se una persona ha fatto tutto il suo percorso professionale e scientifico nel settore nucleare, non è la persona più obiettiva nel prendere le decisioni al riguardo; competente sì, ma obiettiva proprio no.
Art. 30 – Misure per l’efficienza nel settore energetico: La borsa del Gas sarà gestita dal GME con poteri normativi per assicurare la concorrenza (entro sei mesi). L’Acquirente Unico Spa avrà il compito di gestire gli utenti domestici finali fino a 200.000 m³/anno in condizioni di continuità, sicurezza ed efficienza di servizio. Il governo si è impegnato ad emanare (entro un anno + 3 mesi max di scivolamento) un provvedimento per promuovere domanda e offerta di gas (Sardegna inclusa). Si introducono alcune misure per assicurare l’efficienza del settore. Si introducono dei sostegni (entro 6 mesi) , per almeno 10 anni, al settore della cogenerazione ad alto rendimento, evitando delle distorsioni con regimi incentivanti degli altri paesi europei (ad esempio evitando la cumulabilità degli incentivi). Si prevede un Decreto ministeriale (Economia&Finaza, Sviluppo Economico) per la semplificazione nelle procedure di installazione di micro-cogeneratori ad alto rendimento, gestione fiscale, versamento accise e altri oneri triburari e fiscali. L’AEEG è chiamata (entro sei mesi) a definire le procedure di gara presso gli utenti finali disponibili all’interruzione istantanea e con preavviso; il risparmio conseguente a questa azione sarà destinato all’ammodernamento della rete. Si prevede a carico dell’AEEG una procedura per gestire la risoluzione anticipata delle convenzioni CIP6/92. Si prevede la presenza del bollino CE (con validità di 15 anni) su tutti i contatori del gas con portata massima fino a 10 m³/ora. Previsto a carico dell’AEEG un piano di sostituzione dei contatori vecchi il cui costo non dovrà gravare direttamente o indirettamente sul consumatore. E’ previsto un Decreto a carico del Ministero dello sviluppo Economico (entro 120 giorni) per fissare nuovi criteri per la definizione dei rapporti fra gestore della rete (Terna), le società di distribuzione (quelle desumibili dal sito dell’AEEG), il proprietario della rete interna (produttore locale, ad esempio un comune o una ESCo) e il consumatore finale. E’ previsto che l’ambito territoriale minimo per la interconnessione degli impianti di distribuzione del gas sia il comune. E’ previsto e regolamentato l’impiego di miscele di biodiesel-diesel fino al 7%.
 
Commento all’art. 30: Il Gas in Italia non serve solo per produrre elettricità ma, come abbiamo evidenziato nella news, e anche il bilancio energetico italiano e lì a mostrarlo, anche prevalentemente per gli usi termici (processi industriali, riscaldamento, cottura, igienico sanitario). Più che GME - dove "E" sta per elettrico - noi vedremmo meglio la "E" come Energia (che include sia l’elettrico sia il termico). Se il consumo domestico (cottura + riscaldamento) è di circa 1.000 m³/anno avere fissato un tetto di 200.000 m³/anno significa che sono solo 200 gli utenti domestici interessati. Ci deve essere una svista al riguardo oppure sono necessari dei chiarimenti. Un DLgs per regolamentare il mercato del Gas allo scopo di assicurare trasparenza e concorrenza è quanto mai opportuno. Se si vuole, in questo modo, introdurre elementi di federalismo energetico, allora chiediamo perché non estendere questa pratica anche ad altre fonti energetiche (rinnovabili incluse) e alle altre produzioni energetiche (fossili e rinnovabili). Ben venga un DLgs riguardante la microcogenerazione. Consigliamo di accompagnare il DLgs da norme tecniche adeguate.
Sul CIP6/92 nasce una domanda. Quali sono i produttori di energia elettrica che vorrebbero interrompere la convenzione CIP6/92 visto che è proprio questa che assicura entrate tali da rendere economicamente vantaggioso essere sul mercato?
Sui contatori del gas ci sono molte "nebbie" che andranno dissolte. La marcatura CE va bene. Meno bene sono i tempi di validita del misuratore di portata 15 anni. Nella pratica industriale quando uno strumento è utilizzato quotidianamente si prevede una sua verifica e taratura ogni 6 mesi (o meno). Ci fa strano che si sia stato fissato un tempo così lungo. Consigliamo di farsi consigliare da un metrologo indipendente. Consigliamo inoltre di introdurre - al più presto - i sensori e le tecniche di smart-metering.
Speriamo che il Ministero S.E. emani il DLgs che consentirebbe ad ogni produttore di energia elettrica (pensate agli impianti FV, micro cogenerazione, mini-idro, mini-eolico, ecc. > 20 kWp) di vendere l’energia prodotta direttamente all’utente finale.
Art. 37 - Istituzione dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ENEA: Si costituisce l’Agenzia Nazionale per le nuove Tecnologie, l’Energia e sviluppo economico Sostenibile, con particolare al settore nucleare. E’ previsto a carico del Ministero dello Sviluppo Economico (di concerto con altri Ministeri competenti: E&F, PA&I, I&U&R, A&TTM, commissioni competenti) la definzione degi obiettivi funzionali, efficienza ed economicità, l’organizzazione e amministrazione e controllo, sede, procedure di gestione delle risorse umane, incluse le razionalizzazioni. E’ previsto un transitorio gestito da un commissario e due subcommissari senza oneri aggiuntivi.
 
Commento all.art.37: Siamo ritornati indietro di oltre 30 anni per quanto riguarda l’energia nucleare. L’Agenzia - notiamo - ha allargato i sui ambiti.
Sì, sembra proprio che l’ENEA sia prossimo ad essere riformata e riconfigurata. Credo siano parecchi decenni che il personale dell’ENEA attenda questo momento. Ci preoccupa il fatto che si sia voluto ribadire che l’ambito delle attività "in particolare" sia il nucleare. Questa puntualizzazione credo abbia lo scopo di rassicurare chi nel passato è stato ostracizzato sul tema. In questa maniera però si creano una ostracizzazione opposta riguardante chi opera nel settore delle rinnovabili. Tutti sanno che la ricerca nucleare è "capital intensive" e quindi è legittimo aspettarsi che ci sia uno spostamento di risorse finanziarie in quella direzione. Ricordiamo a chi si appresta a definire organizzazioni e allocazioni delle risorse che già oggi le rinnovabili sopperiscono non il 18% ma oltre il 25% dell’energia elettrica prodotta. E che 25% è l’obiettivo che dovrebbe essere raggiunto dal nucleare oltre il 2020.
L’Agenzia Nazionale – si evidenzia – ha un ruolo che non è limitato al settore energetico visto che si vuole fare della sostenibilità un indirizzo vincolante. Qualcuno deve spiegare come si fa praticare la sostenibilità e il nucleare quando l’EROEI dell’intera filiera energetica si sta avvicinando – e in qualche caso è sotto – all’unità. Questo fenomeno si manifesta anche per altre fonti fossili mentre le FER non hanno questo problema anzi con una opportuna azione di R&S l’EROEI dei sistemi e filiere FER tenderanno sempre di più ad essere maggiori di 1.
Consigliamo coerenza e l’uso dell’EROEI per valutare - e decidere - se una tecnologia o un sistema è o meno sostenibile.
 
Art. 42 - Impianti eolici per la produzione di energia elettrica ubicati in mare e altre disposizioni in materia di fonti per la produzione di energia elettrica:  Si modificano e si integrano alcuni punti del DLgs n.152/2006, Codice Ambiente, relativamente a l’eolico off-shore e su terra ferma, applicazione della VIA; modifiche al L. 244/2007, Conto Energia, relativamente a: coefficienti da applicare all’eolico off-shore e ai rifiuti biodegrabili e biomasse; abrogazioni nel Conto Energia di alcuni punti della tabella 3 allegata al Conto Energia riguardante biogas, biomasse, biogas da discarica, depurazione ecc.. Si introduce una eccezione nella cumulablità degli incentivi per gli impianti di proprietà di aziende agricole o gestiti in connessione con aziende agricole, agroalimentari, di allevamento e forestali, alimentati da FER: sarà possibile usufruire della tariffa onnicomprensiva cumulata con altri incentivi pubblici nazionali, regionali e locali o comunitari in conto capitale o in conto interessi non eccedenti il 40% del costo dell’investimento.
 
Commento all'art.42: Questo articolo avrà un impatto positivo su chi sta investendo sulle FER. Interessante la cumulabilità degli incentivi per gi impianti alimentati a bioenergia.
Art. 45 – Istituzione del Fondo per la riduzione del prezzo alla pompa dei carburanti nelle
regioni interessate dalla estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi: Si vuole ridurre il costo della benzina alla pompa nelle regioni con impianti di estrazione. Dal 1 gennaio 2009, è prevista la costituzione di un fondo presso il Ministero dello sviluppo in cui produttori di idrocarburi liquidi e gassosi (ottenuti da giacimenti in terraferma e da impianti di rigassificazione anche off-shore) verseranno il 3% più altre erogazioni liberali, che verrà utilizzato per ridurre il costo alla pompa delle regioni interessate (Basilicata, Veneto, ecc.). E’ previsto a carico del Ministero dello S.E: (entro 90 giorni) l’emanazione di un decreto per definire le procedure di utilizzo di tale fondo e ai meccanismi di reintegro. Un ulteriore decreto a carico del Ministero dell’E&F e S.E è previsto per distribuire tale fondo alle regioni in funzione della produzione regionale.
 
Commento all’art. 45: Si vuole, in questo modo, introdurre elementi di federalismo energetico. Se così fosse ci chiediamo perché non estendere questa pratica anche ad altre fonti energetiche (rinnovabili incluse) e alle altre produzioni energetiche (fossili e rinnovabili). E perché solo ai combustibili e non anche all’energia elettrica e termica.
 
Ci sarebbero parecchie altri articoli da evidenziare e commentare.
Lasciamo ai lettori e al forum questo onere-
 
Gianfranco Padovan, Presidente EnergoClub
 
Commenti
Autore Testo
roberto.delciello
Scritto : 01-09-2009 15:54 ( Un mese )
Oggetto : Nucleare: commenti su VAS e situazione ENEA
Interessanti e condivisibili i commenti alla Legge 99/2009.
Ci sembra opportuno proporre l’approfondimento in merito a 2 questioni connesse al “ritorno al nucleare”:
1) La prima riguarda le procedure di valutazione ambientale (VIA e VAS) cui le diverse tipologie di impianti nucleari devono comunque essere assoggettate, costituendo tali procedure un’eccezione rispetto a tutte le altre autorizzazioni comprese nel procedimento unico (art. 25 comma 1 e 2h). Ora mentre per la VIA non si vedono particolari problemi se non quelli connessi alla specifica complessità e delicatezza degli impianti in oggetto, il riferimento alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) non appare congruente. Infatti mentre il governo è delegato (art. 25 comma 1) “ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel rispetto delle norme in tema di valutazione di impatto ambientale e di pubblicità delle relative procedure, uno o più decreti legislativi di riassetto normativo recanti la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti…….” la VAS riguarda (D.Lgs. n.4/2008, art.6, comma 1) “..i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale, e con riguardo al nostro caso, quelli relativi (comma 2) ai “..settori energetico, industriale, …della gestione dei rifiuti…. e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti..” assoggettati a VIA, tra i quali le centrali nucleari (D.Lgs. n.4/2008 Allegato II Progetti di competenza statale).
In altre parole, il richiamo alla VAS risulterebbe appropriato qualora la delega al Governo riguardasse la programmazione e la definizione di un Piano Energetico, anche “limitatamente” al nucleare, che, dopo il passaggio alla procedura di VAS, desse luogo ad una serie di singoli impianti da sottoporre alle specifiche procedure di VIA.
La questione non è accademica, e lascia intravedere due possibili esiti:
- nel primo caso il Governo nazionale elabora un Piano Energetico Nazionale (complessivo o solo nucleare) che viene sottoposto a VAS secondo quanto previsto dal D.Lgs. n.4/2008 (..e dalla Dir. 2001/42/CE). Tale intervento di programmazione nazionale non sembra alle viste ed è comunque materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni (Cost. Titolo V art. 117);
- nel secondo caso laddove ci sia la disponibilità dell’Ente Regionale a rivedere in senso “nuclearista” il proprio Piano regionale, presumibilmente già sottoposto a VAS, si tratta di riavviare da capo sia il processo di programmazione regionale sia la relativa procedura di valutazione ambientale strategica.
In entrambi i casi il pallino sembra rimanere saldamente in mano regionale, cosa lontana dagli intendimenti degli estensori della legge 99…. a meno di non riaprire, come insistentemente si comincia a porre, la questione della revisione costituzionale in materia di energia.     
 
2) La seconda riguarda il commento sulle attese del personale ex-ENEA che appare inesatto. Non c’è stata alcuna attesa di salvifiche operazioni di ristrutturazioni volte al “nucleare”, e l’ex-ENEA uscendo, dopo il referendum dall’era nucleare nazionale, aveva già vissuto due fasi di ristrutturazione: la prima volta in modo soft, e la seconda con una legge corretta per quanto riguardava la definizione della nuova missione (ambiente, energia e innovazione tecnologica) ma purtroppo con un regolamento finalizzato in primo luogo a garantire l’inamovibile e, con poche eccezioni, inadeguata classe dirigente. Le notizie, iniziate a circolare un anno fa, di un rientro nella partita della “produzione di energia da nucleare” sono state accolte da gran parte del personale ex-ENEA con un silenzio assordante. Anche con nozioni minime in materia di organizzazione del lavoro risulta evidente che un’azienda (organizzazione-ente, ecc.) con lo stesso capitale umano non può sopportare più di una, ed una soltanto, ristrutturazione vera, che nel caso dell’ex-ENEA, ha comportato non solo una modifica organizzativa, ma anche un “cambio di prodotto finale”. Quando si avvia l’ennesima ristrutturazione, (per l’ex-ENEA la terza) anche stavolta con cambio di prodotto finale (addirittura con il ritorno al “core business” di vent’anni prima), occorre rinnovare il capitale umano; è facile quindi capire perché l’avventura nucleare non appassioni più di tanto.
Quanto all’efficacia della scelta di “produrre energia da nucleare”, è forse il caso di domandarsi, senza preclusioni ideologiche e fondamentalismi, perché, se il nucleare è così “conveniente”, la Cina che sta ampliando il parco impianti energetici al ritmo di una centrale a settimana, non punta sul nucleare, ma su un mix (carbone, eolico, solare, petrolio, ecc.)? e perché l’India che ha il più grande e articolato piano nucleare del mondo, giustifica tale impegno con obiettivi di primato tecnologico (irrilevanti nel “programma” italiano) prima ancora che di produzione energetica?
Altro discorso è fare seriamente in Italia ricerca sul nucleare, anche per garantire la sicurezza dei numerosi impianti presenti in UE, ma per fare questo sinceramente, nessun imprenditore avrebbe sentito il bisogno di sopprimere l’impresa (ex-ENEA) e di lasciarla senza missione, uomini e risorse, come ha fatto la Legge 99: bastava aggiungere un adeguato team di ricerca sul nucleare, magari valorizzando la sparuta pattuglia delle Università impegnate sul tema.
 
1 settembre 2009
 
I ricercatori ENEA
Roberto Del Ciello
Andrea Forni
 
 
 
gianfranco.padovan
Scritto : 15-10-2009 00:49 ( Un mese )
Oggetto : Quale futuro per l'Enea? Le politiche della ricerca su quali valori dovrebbero basarsi.

Andrea e Roberto, salve!


Mi scuso se non ho dato seguito al vs articolato e documentato commento.

1) I fatti di queste utlime settimane sul VAS sembrano darvi ragione. La scappatoia delle modifiche costituzionali potrebbe essere attuata anche con un accordo bi-tri-partizan, temo!!
Adesso che i conservatori stanno scoprendo l’ambiente e i valori universali da esso sottesi potrebbe esserci qualche sorpresa nei prossimi anni.

2) Convengo con voi solo in parte. L’Enea, il Cnr, l’Asi, ecc sono tutte strutture acefale, il vero cervello è fuori dagli enti. Gli interessi sul nucleare sono stati coltivati al di fuori degli enti, così come gli interessi del Cnr erano e sono coltivati negli orti e baronie universitarie. Liberare gli enti da questi interessi esterni è un must, facendo attenzione a venire fuori dalla padella senza cadere nella brace, evitando di uscire dagli orti e cadere nei recinti aziendali multinazionali.
Non ci sono dubbi sul fatto che gli enti di ricerca pubblica debbano essere guidati da direttive politiche e da piani nazionali.
L’importante è chi formula le politiche e i piani abbia veramente a cuore le sorti dell’Italia (statisti di fatto e non auto-etichettati) e che non sia guidato da interessi personali o aziendali ma generali, universali.
Troviamo i politici che parlino e attuino politiche della ricerca pubblica e privata basate sulla sostenibilità, sull’uso risorse rinnovabili, sull’intelligenza collettiva, sulla salute “effettiva” e non intorpidita dei farmaci. Scoviamoli.
Se si doveva fare una riforma questa doveva essere fatta con una mezza rivoluzione. Faccio un esempio: passo (1) annullare tutti i contratti a tempo indeterminato nell’arco di 1-2 anni; passo (2) stipulare dei contratti a tempo determinato su progetti di medio-lungo termine fornendo mezzi e risorse adeguate concordando obiettivi e follow-up; passo (3) gestire il processo (evolutivo) e adeguarlo alle politiche più sopra espresse.
E’ solo un esempio :-)
Gianfranco Padovan
PS: non crediate che il vostro mondo mi sia estraneo. Lo conosco molto bene come ex ricercatore CNR, 2 borse di studio, 3+2 anni contratto a termine, 3 anni di ruolo, uscito nel 1986 senza ... alcun rimpianto, se non per aver lasciato dei cari amici a macerarsi ... in quel deserto dei tartari.