Kitegen: l’eolico d'alta quota pronto a salvare l’Alcoa

Massimo Ippolito, presidente della KiteGen di Chieri (Torino), azienda all’avanguardia nello sviluppo di impianti eolici d'alta quota, ha colto tutti di sorpresa offrendo una soluzione per abbattere i costi di produzione dell’Alcoa, una tra le aziende più energivore d’Italia, proponendo di posizionare due o più impianti energetici, presso lo stabilimento dell’azienda colpita dalla crisi.

La tecnologia KiteGen costituisce un superamento delle modalità attuali di sfruttare l’energia prodotta dal vento. KiteGen, infatti, raccoglie l’energia eolica attraverso l’utilizzo di grandi aquiloni (kite), che constano in apparecchi da 50 metri quadri per 12 kg di peso, sollevati a mille metri di altezza, che salgono e scendono per centinaia di metri come un yo-yo sfruttando l’energia prodotta dal vento. Tali impianti risultano essere ben 8 volte più efficienti di quelli classici. Lo stem (stelo) è il componente più visibile del KiteGen ed è sostanzialmente un braccio robotico sensorizzato realizzato in materiali leggeri (alluminio o fibra di carbonio), montato su una torretta rotante vincolata alla struttura portante (igloo o cupola), mediante una ralla e implementa numerose funzionalità della macchina.

Grazie allo stem, infatti, e alla libertà di movimento di cui gode il braccio robotico, sono consentite delle manovre che generano un vento capace di far alzare la vela in volo, anche in presenza di venti deboli. Inoltre, quando la vela è sottoposta a raffiche di vento, lo stem è in grado di rispondere adeguatamente con manovre atte ad allontanare la vela dalla finestra di potenza riducendo la sollecitazione meccanica. In questo modo riusce, dunque, ad assorbire la sollecitazione meccanica operando una deformazione elastica, proteggendo così i componenti meccanici più delicati. Infine, lo stelo riesce a ruotare seguendo la direzione dei venti maggiormente utili al suo movimento, posizionando la vela in maniera da ottenere la potenza massima.

Fonte: KiteGen