Inviate osservazioni contro il progetto 'Ombrina Mare'

Dopo anni di battaglie, il capitolo sulle trivellazioni nel mare d'Abruzzo non si è purtroppo ancora concluso. E così EnergoClub ha colto l'invito della Prof.ssa Maria Rita D'Orsogna a far sentire la propria voce motivando la nostra contrarietà alla realizzazione della piattaforma 'Ombrina mare'.

Da anni Maria Rita si batte attivamente contro le trivellazioni facendo informazione, controinformazione e cultura attraverso il blog personale No all'Italia Petrolizzata, fonte inesauribile di dati e di approfondimenti su temi decisamente trascurati - se non deformati - dai media italiani. La ringraziamo per lo stimolo e le preziose informazioni, che abbiamo ripreso per personalizzare le osservazioni da inviare al Ministero dell'Ambiente.

Vi invitiamo con urgenza a fare altrettanto, anche riprendendo pari pari il testo inviato da EnergoClub (personalizzato solo in apertura e firma) tramite PEC o Raccomandata A/R seguendo le indicazioni riportate nella pagina Ri-affondiamo Ombrina mare

ATTENZIONE: perché possano essere considerate ufficialmente le osservazioni devono pervenire entro il 29 luglio 2014. 
 

Di seguito il testo inviato dall'Ing. Gianfranco Padovan, Presidente di Energoclub Onlus.

 

Dott. Mariano Grillo - Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali

Ing. Antonio Venditti - Divisione II: Sistemi di Valutazione Ambientale

Dott. Giuseppe Lo Presti - Divisione IV: Rischio Rilevante e Autorizzazione Integrata Ambientale

Dott. Gianluca Galletti -  Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare

Via Cristoforo Colombo 44 - 00147 RomaMinistero dell'Ambiente

dgsalvaguardia.ambientale@pec.minambiente.it

segreteria.ministro@PEC.minambiente.it

aia@pec.minambiente.it

ris@pec.minambiente.it

dva@minambiente.it

 

CC

dorsogna@csun.edu

 

Treviso, 28 luglio 2014

Rif.: Concessione d30BC-MD Ombrina Mare Medioilgas

 

OGGETTO: Progetto “Ombrina Mare” della Mediterranean Oil and Gas d30 BC MD

 

Egregi Rappresentanti del Ministero dell’Ambiente,

sono il Presidente dell’Associazione ENERGOCLUB ONLUS con oltre 3.800 soci in tutt’Italia e con un bacino di 100.000 iscritti alle newletter (www.energoclub.org, www.soleinrete.it, www.energeticambiente.it) e auspico che quanto Vi esporrò possa essere preso in seria considerazione.

Introduzione

La strategia SEN, in controtendenza rispetto agli altri paesi europei, ha creato nuovi spazi per le fonti fossili esauribili presenti sul territorio italiano a scapito delle fonti rinnovabili.

Con il SEN il Governo ha deciso di favorire gli investimenti su un settore che è destinato a chiudere nei prossimi anni (fonti esauribili) facendo gravare costi economici e sociali nel prossimo decennio ai posteri.[1]

Il Progetto in oggetto fa parte del passato e non tiene conto delle mutate condizioni economiche, sociali, ambientali, tecnologiche.[2]

Nello specifico vogliamo premettere che:

1.      Considerato che la quantità stimata da Medoilgas di petrolio estratta da Ombrina Mare (20 milioni di barili pari a circa 2,74 Mtep) è marginale rispetto al fabbisogno italiano di fonti petrolifere (petrolio e gas).[3][4]

2.      Visto che il Progetto “Ombrina Mare”, in oggetto, prevede la costruzione di una piattaforma con quattro-sei pozzi, una nave desolforatore e una rete di oleodotti, a soli sei-nove chilometri[5] dalla costa e che l’infrastruttura resterà, nei mari d’Abruzzo, per almeno un quarto di secolo.[6]

3.      Viste e considerati gli esiti e evidenze documentati nella letteratura scientifica in materia di impatto ambientale negli impianti off-shore relativamente a: emissioni di inquinanti, loro diffusione nelle acque e nelle coste, fenomeni di bioaccumulo nel pesce destinato all’alimentazione.[7]

4.      Considerato che tutta la riviera abruzzese meridionale è coperta dal Parco Nazionale della Costa Teatina, istituito nel 2001 includendo ufficiosamente anche Ortona e San Vito, va tutelata contro iniziative che ne possono alterare l’assetto ecologico e che tra queste iniziative sono da annoverare le infrastrutture petrolifere e i processi collegati.

5.      Considerato che il litorale abruzzese, già interessato da forti problemi di erosione e di perdita della spiaggia, come conseguenza di una estrazioni petrolifere, potrebbe essere soggetto a fenomeni di subsidenza, come già si è verificato nell’Alto Adriatico negli anni ’50 e ’60[8] e da fenomeni sismici.[9]

6.      Considerato che la Commissione Tecnica VIA-VAS, con parere n. 541 del 07.10.2010, ha espresso parere negativo contro Ombrina per salvaguardare la qualità delle acque marine e tutelare le riserve naturali presenti lungo la costa teatina.

7.      Considerati che gli effetti provocati sull’ambiente marino costiero rilevati dall’ARTA nel 2008 hanno inciso negativamente sulla qualità dell’acqua delle riserve di pesca Ombrina.

8.      Considerato che l’impatto costiero conseguente al dal pre-trattamento del petrolio abruzzese per l’altra concentrazione di zolfo (indice API di 15-17 gradi)[10], comporterà l’impiego di desolforatore Claus con incorporato un inceneritore a fiammella costante che emetterà sostanze tossiche 24 ore su 24 (fra queste, l’idrogeno solforato, che ha un ampio spettro tossicità), è inaccettabile.

9.      Considerato che il Progetto Ombrina Mare sarà installata nel cuore della riviera teatina, che in questo momento è interessata da una rinascita turistica, con lo sviluppo di attività ricettive – hotel, bed and breakfast, gite in canoa, vela e surf, ristorazione sui trabocchi – per attrarre turisti dal resto d’Italia e d’Europa, potrebbe vanificare l’immagine di salubrità del Parco Nazionale della Costa Teatina, istituito nel 2001, svilendo e coinvolgendo negativamente anche il turismo nell’entroterra chietino.

10.  Considerato che le priorità e le vocazioni nazionali che dovrebbero basarsi sullo sviluppo di attività a basso impatto ambientale e ad alto valore aggiunto e bassi investimenti quali: risorse naturali, turismo, pesca controllata, gastronomia basata sui prodotti del mare e della costa, ecc., sono incongruenti e inconciliabili con le attività produttive con sfruttamento delle fonti fossili.

11.  Considerato che in nessuna parte del mondo è stata mai ancorata una nave desolforante cosi vicino alla costa.

12.  Considerato che la probabilità di sversamenti in mare è diversa da zero e che basta un solo incidente, per distruggere l’equilibrio di tutta la costa, vanificando decenni di lavoro per la promozione turistica e compromettendo l’industria della pesca.[11]

13.  Considerato che la Medoilgas ha in corso da sei anni un progetto per essere autorizzata a esplorare i Mari  d’Abruzzo e che si presume proseguirà nel suo intento anche agendo e premendo su tutti gli organi preposti alla tutela delle risorse naturali d’Italia.

14.  Appurato che le affermazioni di Medoilgas relative alla assenza di impatto sull’ambiente dei fluidi di lavoro sono mendaci e fuorvianti e tali da richiedere l’intervento dell’Autorità sulla comunicazione.[12] [13]

15.  Considerando che la solidità e solvibilità di Medoilgas si sta dimostrando incongrua e non sufficiente qualora ci fossero danni ambientali.[14]

16.  Visto e considerato l’esito dell’evento pubblico del 13 aprile 2013 in cui 40.000 cittadini hanno partecipato alla manifestazione contro il Progetto Ombrina Mare[15] che ha visto affiancati: la Conferenza Episcopale d’Abruzzo e di Molise, la Confcommercio, varie associazioni di pescatori, operatori turistici e balneari, studenti, commercianti, agricoltori, produttori di vino, associazioni religiose ed ambientali, nonché la stragrande maggioranza dei sindaci della zona, le autorità provinciali ed il neo-governatore d’Abruzzo Luciano D’Alfonso.

17.  Visto che, a fronte del parere negativo VIA-VAS, Medoilgas non ha fino ad oggi presentato dati nuovi e sufficienti a dissipare dubbi ed a provare l’innocuità del suo progetto, riteniamo che esistano ancora tutti i motivi affinché il parere della Commissione già espresso nel 2010 sia confermato.

18.  Considerando che il Progetto Ombrina Mare è solo un progetto a cui seguiranno altri progetti da parte di ditte straniere come la Medoilgas, ma anche la Petroceltic, la Vega Oil, la Cygam Gas ed altre proponenti, che intendono trivellare tutto il litorale, da Vasto a Teramo, tutte attratte dalle concessioni con royalties bassissime e in cambio di petrolio scadente in quantità ed in qualità.

19.  Considerando che il ministero ha potere di revocare non solo Ombrina Mare ma di bocciare anche tutte le altre proposte petrolifere a venire. Queste motivazioni si applicano – mutatis mutandis – a molte altre concessioni petrolifere sparse per l’Italia, dalla Sardegna, alla Puglia, alla Calabria, alla Sicilia. La regione Abruzzo e l’Italia intera hanno ben poco da guadagnarci e ancora di meno i suoi abitanti.

Tutto ciò premesso vogliamo dire con forza che:

A.      Siamo contrari al progetto Ombrina Mare in quanto cittadini informati e intenzionato ad utilizzare con buon senso le informazioni che abbiamo riportato in precedenza.

B.      Per tali ragioni invochiamo la direttive comunitaria del trattato di Aarhus, recepite anche dall’Italia, che affermano che la popolazione ha il diritto di esprimere la propria opinione e che la volontà popolare deve essere vincolante e, in particolare, l’articolo 2 della legge 24 del 7 Agosto del 1990 che stabilisce la possibilità di revoca dei progetti ove sussistano gravi motivi attinenti al pregiudizio di particolare valore ambientale e anche su istanza di associazioni di cittadini.

C.      Con la presente chiediamo, quindi, la revoca del Progetto in oggetto perché il Progetto “Ombrina Mare” lede la vocazione ambientale ed economico del territorio e mina l’equilibrio e l’assetto ecologico dell’Abruzzo.

D.     Esortiamo dunque il ministero a bocciare non solo Ombrina Mare ma anche tutte le altre proposte petrolifere a venire. Queste motivazioni si applicano – mutatis mutandis – a molte altre concessioni petrolifere sparse per l’Italia, dalla Sardegna, alla Puglia, alla Calabria, alla Sicilia, alla Basilicata. La regione Abruzzo e l’Italia intera hanno ben poco da guadagnarci e ancora di meno i suoi abitanti.

E.      Ribadiamo con fermezza il nostro dissenso al progetto “Ombrina Mare” d30 BC MD proposto dalla Mediterranean Oil and Gas di Londra che ha presentato ai vostri uffici richiesta per ricevere l’Autorizzazione Integrata Ambientale.

Confidiamo vogliate tenere presenti le osservazioni e le nostre richieste.

Ogni chiarimento è dovuto.

 

               ing. Gianfranco Padovan

         Presidente ENERGOCLUB ONLUS

 

        ____________________________

 



[1] Audizione EnergoClub Onlus del 5 nov 2013 alla X commissione della Camera.

[2] Il consumo italiano di petrolio e gas nel 2013 è pari 116,4 Mtep di cui 11,8 Mtep prodotti in Italia. Tale consumo si sta riducendo al tasso del 5% anno.

[3] Il petrolio di Ombrina basterebbe per 8,5 giorni. Ombrina Mare e tutte le altre opere petrolifere previste per l’Abruzzo daranno un contributo di 2,3% al bisogno di fonti fossili totali.

[4] Medoilgas è a capitale inglese e non è detto che il petrolio estratto sia a beneficio dell’Italia. Con molta probabilità il petrolio di Ombrina Mare sarà venduto sul mercato, a prezzi di mercato.

[5] Negli altri paesi i limiti per le installazioni di piattaforme a mare sono molto più stringenti in Italia: oltre 50 km dalla costa in Norvegia; oltre 160km lungo le coste atlantiche e pacifiche negli USA. La consapevolezza che ci sia un rischio è presente e tagli standard si prefiggono di minimizzare i danni a popolazioni, pesca e turismo.

[6] Ombrina Mare racchiude nel suo interno due riserve di pesca che saranno sicuramente interessate da fenomeni di bio-accumulo di inquinanti notoriamente tossici e teratogeni come il cui mercurio e il cadmio.

[7] Il rilascio di sostanze tossiche in mare è comune a tutte le installazioni offshore del mondo e come riporta la letteratura scientifica. Le tecniche che Medoilgas intende utilizzare sono quelle speimentate nel 2008 (“acidized production tests” con impiego di “diesel based drilling muds” sono ambientalmente molto aggressive tanto che sono vietati nei mari del Nord dall’anno 2000 secondo la convenzione Ospar

[8] La subsidenza si è manifestata nel Ravennate e nel Polesine con un abbassamento della superfice di vari metri rispetto al livello del mare. Nel Polesine ha accentuato gli effetti delle alluvioni periodiche prodotte dal Po e suoi affluenti.

[9] L’Abbruzzo è una regione a rischio sismico e sono noti e documentati gli effetti delle attività petrolifere sugli eventi di sismici.

[10] Su una scala dove 8 corrisponde al peggior petrolio in assoluto e 50 al migliore.

[11] Sversamenti e incidenti si sono verificati – anche recentemente – in Spagna, Corea, Messico, Norvegia, Australia e USA (pozzo Macondo nel golfo del Messico) dove il petrolio fuoriuscì per due mesi e mezzo e dove solo adesso stanno iniziando a capire la vera entità del disastro ambientale le cui conseguenze affliggeranno il Golfo del Messico per decenni a venire.

[12] Medoilgas afferma al pubblico che i suoi fanghi e i fluidi di perforazione siano biodegradabili ed a base di acqua mentre informa i propri investitori che tali fluidi sono tossici e nocivi.

[13] Medoilgas presentano simulazioni della diffusione degli inquinanti che non sono corrette o, peggio, fuorvianti. In tutte queste simulazioni le direzioni dei venti paiono essere scelte in direzione opposta a quella dei venti prevalenti. In queste simulazioni “addomesticate” gli inquinanti sembra disperdersi verso il largo della costa teatina, oppure parallelamente alla costa. In realtà nella maggior parte dei mesi all’anno, i venti spirano verso l’entroterra. In alcune tabelle si trovano diffusioni di contaminanti sufurei di 30,015 grammi al secondo e in altre 0,015 grammi al secondo. Tali simulazioni sono palesemente addomesticate e non credibili al punto da far penare che c’è malafede.

[14] Medoilgas ha dichiarato recentemente ai propri investitori di avere solo dieci milioni di sterline di capitale a sua disposizione, tanto che sta avviando una fase di compravendita con ditte terze. Le risorse finanziarie disponibili non rappresentato garanzie sufficienti per affrontare eventuali problemi di perdite o incidenti di qualsiasi natura.

[15] E’ stata la più grande manifestazione contro il petrolio in tutta Italia.

 

News type: