Incentivi auto elettrica: compare il concetto di “retrofit”

RetrofitAlla luce di una crisi del settore automotive che a giugno ha registrato un calo delle vendite del 27% rispetto allo stesso mese dello scorso anno – un comparto che in Italia ha 1.200.000 addetti - Federauto ritiene inammissibili le proposte delle Commissioni Trasporti e Attività Produttive della Camera dei Deputati volte a incentivare l’auto elettrica, interessando in misura minore le auto superecologiche: GPL, metano, ibrido, con emissioni di CO2 non superiori a 120 g/km. Un provvedimento che con i suoi 70 milioni di euro in tre anni varrebbe meno di una goccia nel mare. Inoltre Federauto fa presente che la logica di un fondo ad esaurimento è quanto di più sbagliato si potrebbe adottare in questo momento. Come già nel recente passato i fondi si esaurirebbero nel volgere di pochi mesi mostrando quindi tutti i limiti di un approccio insufficiente ed avulso dalle reali necessità. Sarebbero solo soldi sprecati.

Conclude Pavan Bernacchi: “I 70 milioni in 3 anni diamoli all'Emilia Romagna. Sarebbero molto più utili e a noi, in questa misura, non servono. Il nostro comparto ha bisogno, adesso, subito, di un piano strutturale e pluriennale per sostenere la domanda di auto a basso impatto ambientale a fronte della radiazioni di vetture con più di 10 anni di anzianità. Il resto delle nostre proposte articolate è nelle mani del Governo che però, ad oggi, non mantiene l'impegno di un ulteriore incontro urgente. Ma se il paziente muore, la visita del medico diventa inutile”.

Tra i correttivi interessanti introdotti nel “Testo unificato come modificato dalle proposte emendative approvate dalle Commissioni IX (Trasporti, poste e telecomunicazioni) e X (Attività produttive, commercio e turismo) nella seduta del 19 giugno (v. una sintesi dei punti principali) ce n’è uno in particolare: per la prima volta viene introdotto, il merito va all’onorevole Andrea Lulli, il concetto di retrofit, ovvero della possibilità di convertire in elettriche le auto a combustione. Nello specifico Lulli “sottolinea la necessità di tutelare le filiere industriali delle piccole e medie imprese, di fatto leader in Europa per la trasformazione dei veicoli a motore in veicoli elettrici, che, al contrario, sono decisamente danneggiate dalle forti resistenze della Motorizzazione civile. Auspica quindi che su tali profili possa essere svolto, nel prosieguo dell’iter, un opportuno approfondimento, al fine di incentivare le richiamate imprese, favorendo al contempo sviluppo e innovazione”…
Le associazioni Eurozev, Fondazione EV-Now! ed EnergoClub Onlus lo scorso 31 maggio hanno presentato e diffuso la propria Proposta di modifiche al nuovo testo unificato adottato come testo base dalle Commissioni, enfatizzando, appunto, l’importanza di sostenere la filiera del veicolo rigenerato quale interessante opportunità di rilancio di alcuni segmenti del settore automotive. Attivarla su scala nazionale significa valorizzare un tessuto composto da migliaia di aziende diffuse sul territorio (per lo più PMI) che già dispongono di know-how e attrezzature adeguate a un’operatività quasi immediata (officine meccaniche, elettrauto, concessionarie, ecc.). A torto o a ragione viene da pensare che delle considerazioni fatte qualcuno abbia finalmente tenuto conto. Un primo segnale positivo c’è… Ora stiamo a vedere.

Approfondimenti: Proposta congiunta Eurozev, Fondazione EV-Now!, EnergoClub