Illuminazione pubblica: Italia leader negativo per i consumi

Secondo lo studio reso noto dall’associazione “CieloBuio”, la spesa annuale dei Comuni italiani per l’illuminazione pubblica ha raggiunto negli ultimi anni costi sempre più elevati che andrebbero drasticamente ridotti attraverso politiche e provvedimenti maggiormente rispettosi dell’ambiente. Secondo i dati in possesso dell’associazione, impegnata nel raggiungimento di un’illuminotecnica sostenibile, si può ben notare come la spesa delle città italiane in tale ambito abbia superato il miliardo di euro.
Nel dettaglio, confrontando il consumo pro-capite dell’Italia con quello della Germania, è possibile notare come il consumo per l’illuminazione pubblica nel nostro Paese sia pari a 105 chilowattora contro i 42 dei tedeschi e sia il doppio del resto d’Europa, dove la media si aggira attorno ai 51 kWh. Inoltre, a differenza delle altre nazioni, la sorgente maggiormente impiegata in Italia per illuminare le strade è ancora la lampada da 150 Watt, nonostante la legislazione europea consenta di illuminare le strade con sorgenti da 70 Watt, molto più economiche e utilizzatissime all’estero. I provvedimenti che CieloBuio propone per ridurre gli sprechi constano nello spegnimento di tutti gli impianti di illuminazione pubblica al di fuori del limite urbano delle città e delle luci per i monumenti e per gli edifici storici dopo le 23, nell’utilizzo a pieno regime dei riduttori di flusso, durante la notte e nello spegnimento di metà dei punti luce delle strade italiane dopo le 23.
Le rimostranze di CieloBuio sono state in parte accolte dal Governo e in particolare da Enrico Bondi, ma ciò non ha dato seguito a interventi tempestivi in tale direzione, anche per una questione di rispetto dell’autonomia degli Enti locali, che sono i veri gestori dell’illuminazione pubblica locale e come tali dovrebbero attuare politiche efficaci di riduzione degli sprechi.

Fonte: CieloBuio