GM studia la lega che recupera il calore del motore

Con la “lega a memoria di forma” si potrà forse un giorno evitare di dissipare il calore prodotto dai motori a combustione catturandolo e convertendolo in energia meccanica/elettrica in grado di alimentare lo stereo dell’auto, il climatizzatore, i finestrini elettrici.

La sezione R&S della General Motors destinerà 2,7 milioni di dollari, stanziati dall’Advanced Research Program Agency del Department of Energy (DoE), alla costruzione di un prototipo in una particolare lega, la Shape Memory Alloy (SMA) ovvero la “lega con memoria di forma”, in grado di generale elettricità dal calore in esubero dei tradizionali motori. Il progetto prevede il coinvolgimento di partner tra cui il HRL Laboratories e Smart Materials Collaborative Research Lab dell’Università del Michigan.

Dagli studi condotti da Jan Aase, direttore del GM Vehicle Development Research Laboratory, risulta che, se sottoposta ad alterazioni di temperatura, la speciale lega si comporterebbe in modo contrario rispetto a quanto accade tradizionalmente ai metalli posti nelle stesse condizioni. Ed è questa la proprietà che si andrebbe a sfruttare. Se si scalda, infatti, un filo di SMA che ha subito uno stiramento questo tende a contrarsi e ritornare alla lunghezza precedente alla deformazione. Quando lo stesso filo si raffredda diminuisce la sua durezza e ritorna alla sua forma originaria. Utilizzando l'energia meccanica sviluppata da questo materiale si potrebbe far funzionare un generatore elettrico e caricare una batteria.


È ancora presto per identificare un veicolo nel quale si potrebbe adottare tale tecnologia ma le auto ibride o le tradizionali vetture a combustione interna potrebbero prestarsi alla sperimentazione e all’applicazione della lega. “In un’auto ibrida”, sostiene il Dr. Aese, “l’energia elettrica prodotta potrebbe essere usata per caricare la batteria, nelle auto tradizionali si potrebbe forse pensare di sostituire addirittura l’alternatore con conseguente minor sforzo del motore”.

La proprietà della SMA è nota da almeno trent’anni ma è stata testata su apparecchi troppo grandi e inefficiente per mostrare le proprie potenzialità. Con il budget a disposizione il team di lavoro potrebbe portare a risultati interessanti già nell’arco dei prossimi due anni. Questa per lo meno è la prospettiva che si pongono i ricercatori.

Fonte: GM

Redazione: SC, FP

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