Lo scorso 1 luglio Commissione Europea, Banca Europea per gli Investimenti (BEI), Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Deutsche Bank hanno lanciato il Fondo per l’Efficientamento Energetico (EEEF): un fondo da 265 milioni di euro che recupera risorse inutilizzate dallo 'European Energy Programme for Recovery'; per destinarle a progetti volti a migliorare le prestazioni energetiche e a favorire l’utilizzo delle rinnovabili nell’Unione Europea. Nuovi investitori, sia pubblici che privati, potranno contribuire ad alimentare il Fondo per un ammontare complessivo di 800 milioni di euro.
La dotazione contribuirà al raggiungimento, da parte dei Paesi Membri, dei traguardi del 20-20-20 previsti dal 'Pacchetto clima': la riduzione del 20% delle emissioni di gas a effetto serra, un incremento del 20% della quota di fonti rinnovabili per la produzione di energia, un taglio del 20% dei consumi energertici entro il 2020.
Oltre ad ottenere l'accesso ai capitali, che potranno essere investiti nei progetti direttamente o appoggiandosi a istituti finanziari, i beneficiari del Fondo potranno usufruire anche di assistenza e supporto tecnico.
Saranno ammessi progetti di risparmio energetico, efficienza energetica, utilizzo delle fonti rinnovabili che garantiscano una riduzione del 20% dei consumi o una riduzione del 20% delle emissioni climalteranti. Saranno finanziate misure di risparmio energetico nell'edilizia privata e pubblica, sistemi di cogenerazione altamente efficienti, impianti di microcogenerazione, reti di teleriscaldamento/raffrescamento, sistemi rinnovabili per la produzione diffusa di energia; sistemi di trasporto puliti, progetti di modernizzazione di infrastrutture (es. illuminazione pubblica, smart grid), progetti innovativi in tema di energia sostenibile.
I progetti potranno essere presentati da autorità locali, regionali e – quando di pertinenza – nazionali, aziende private o pubbliche che intervengano per conto degli enti locali (es. municipalizzate, ESCo, società di trasporto pubblico). I finanziamenti potranno essere retroattivi al massimo fino al 1 gennaio 2011.
Per approfondimenti: Comunicato stampa UE, FAQ