Etanolo da biomassa, impianto pilota

Sono stati condotti, presso l'impianto pilota di Örnsköldsvik, in Svezia, i primi tentativi di applicazione di un approccio innovativo per la produzione di etanolo a partire da biomassa lignocellulosica. Ultimate le precedenti fasi sperimentali, nelle quali le catene cellulosiche venivano spezzate per azione di acidi posti in soluzione, la Sekab Technologies, azienda coinvolta nel progetto di ricerca in corso, sta studiando le proprietà dell'idrolisi enzimatica della biomassa, sistema che consentirebbe di ottenere raccolti maggiori con costi inferiori.

Lo studio rientra nel progetto NILE (New Improvements for Ligno-Cellulosic Ethanol), finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del 6° Programma Quadro di ricerca e sviluppo tecnologico, e si pone l'obiettivo di ampliare la gamma delle possibili fonti di etanolo (oltre alle tradizionali canna e barbabietola da zucchero o grano) a biomasse meno costose quali possono essere la paglia, i residui legnosi o legnami teneri come quello dell'abete rosso.

Tale scelta risulterebbe, inoltre, vantaggiosa perché conterrebbe maggiormente le emissioni di gas serra e non sottrarrebbe terreno coltivabile ai raccolti a scopo alimentare. “Il nostro obiettivo” spiega Maria Edlund, coordinatrice del progetto NILE presso la Sekab, “è quello di mettere in piedi un sistema stabile basato sull'idrolisi enzimatica. Il nostro prossimo tentativo avrà luogo nel marzo 2007. Tra oggi e quella data continueremo a lavorare per migliorare il processo”.

Percorsi analoghi si stanno sviluppando in altri paesi. Lo scorso 10 novembre, Al Hubbard, uno dei principali consulenti economici dell'amministrazione Bush, ha dichiarato al Financial Times che la produzione di etanolo da cellulosa è un'opportunità interessante, tanto che il Governo USA ha destinato 250 milioni di dollari alla ricerca in questo campo.

Il vantaggio principale è che sfruttando tale biomassa si può produrre cinque volte la quantità di combustibile ottenuta dal grano. Anche la Royal Dutch Shell e la BP stanno lavorando allo sviluppo della tecnolgia.

Al progetto partecipano 21 entità industriali e di ricerca di 11 paesi europei con competenze ed esperienze complementari, e copre l'intero ciclo di produzione e utilizzo del bioetanolo. Il progetto coinvolge anche le industrie automobilistiche, consumatori finali di bioetanolo. NILE è coordinato dall'Istituto francese del petrolio (IFP) e conta su di un bilancio complessivo di 12,8 milioni di euro, 7,7 milioni dei quali sono erogati dal Sesto Programma Quadro della Commissione europea.

Fonte: NILE