Efficienza in edilizia: si prevedono multe dall’UE

L’attuale legislazione “non soddisfa gli obblighi unionali” e l’Italia rischia il deferimento alla Corte di Giustizia. La prima reazione: una possibile proroga delle detrazioni del 55%

Nel novembre 2010 il primo avvertimento dell’UE: le disposizioni italiane in materia di rilascio degli attestati di rendimento energetico non rispondevano alle norme fissate dalla Direttiva comunitaria in materia. E nonostante le misure supplementari adottate dalle autorità italiane, dopo quasi un anno Bruxelles continua a ritenere che la nostra legislazione “non soddisfi completamente gli obblighi unionali”. L’Italia ha pertanto ricevuto un “parere motivato”, ultimo passo ufficiale prima del deferimento alla Corte di Giustizia UE per il mancato recepimento della Direttiva e dell’eventuale applicazione di sanzioni, peraltro piuttosto salate. 
La Commissione contesta all’Italia anzitutto una norma inserita nelle “Linee Guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”, varate nel giugno del 2009, che permette ai proprietari di fornire un’autocertificazione delle prestazioni energetiche dell’abitazione che intendono vendere o affittare, purché la collochino nella classe di efficienza peggiore, la G.
La direttiva comunitaria, invece, dispone che siano in ogni caso dei tecnici abilitati a rilasciare l’Attestato di certificazione energetica. L’espediente trovato dall’Italia, secondo Bruxelles, non fa altro che aggirare la norma, impedendo, di fatto, ad acquirenti o inquilini di conoscere la reale “performance energetica” della casa che stanno comprando o affittando.
La legge nazionale, inoltre, prevede, per quanto riguarda gli affitti, che la certificazione energetica sia obbligatoria solo in caso di edifici di nuova costruzione, mentre la normativa UE li prescrive in tutti i casi. L’ultima contestazione riguarda invece l’efficienza degli impianti di condizionamento. Secondo la Commissione europea, infatti, in Italia non esiste un adeguato sistema di verifiche periodiche che consenta ai proprietari degli impianti di monitorarne le prestazioni e di adottare accorgimenti di risparmio energetico.
Ricevuto il “parere motivato”, il Governo italiano deve ora inviare a Bruxelles in tempi brevi una risposta convincente, indicando le misure che intende attuare immediatamente per cancellare le infrazioni contestate.
Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all’Energia, ha fatto sapere che il Decreto Sviluppo che l’esecutivo sta definendo, dovrebbe contenere una proroga triennale delle attuali detrazioni fiscali del 55% per l’efficienza energetica. “La procedura dell’Europa contro l’Italia sul rendimento energetico degli edifici è uno stimolo in più a inserire la norma per la detrazione nel decreto sviluppo cui stiamo lavorando”, spiega Saglia. “La proroga delle detrazioni del 55% – continua – è uno strumento anticiclico, perché consente di fare crescita economica ed è fondamentale estenderla per un periodo adeguato, così da stimolare anche investimenti più cospicui”. È questo, infatti, uno dei capitoli che compongono il pacchetto di proposte presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico, al centro del confronto dei tavoli avviati tra esecutivo, imprese e banche. La proroga, si legge in una nota, “potrebbe essere accompagnata dall’introduzione di tetti di spesa specifica, prima non previsti. Per alcuni interventi (finestre, piccole caldaie) si prevede la riduzione fin da subito al 41% della percentuale di detrazione”.
Fonti:
Portale dell’Unione Europea - europa.eu/rapid/pressReleasesAction
Ministero Sviluppo Economico - www.sviluppoeconomico.gov.it