La DeLorean e "Svolta elettrica" al Motor Show

L'auto del futuro viene dal passato ed è testimonial di "Svolta elettrica" al Salone di Bologna dal 3 all'11 dicembre. La filiera del retrofit come opportunità di rilancio dell’automotive, a patto che si riesca a rimuovere l’ostacolo normativo 

Era unica al mondo trent’anni fa, quando Robert Zemeckis la scelse come “macchina del tempo” nella fortunata trilogia cinematografica di “Ritorno al futuro”. Ed è unica al mondo anche oggi, non solo per le sue porte ad ali di gabbiano e per la carrozzeria in acciaio inossidabile, ma perché monta un motore interamente elettrico e tutto made in Italy. E’ la deLorean “Full electric retrofit”, la straordinaria testimonial del progetto “Svolta elettrica”, promosso dalla Fondazione EV-Now! e da EnergoClub Onlus, che sfilerà al Motor Show di Bologna nel padiglione Electric City "powered by Enel" dal 3 all’11 dicembre 2011.

Le prestazioni del potente motore ribattezzato "Big Boy", raffreddato a liquido e capace di 93 kWh di potenza sono da sportiva fuori classe. La mitica automobile del “Doc” più famoso del grande schermo, già protagonista dell’Electric Race organizzato dalla rivista Wired nel 2010, raggiunge i 200 Km/h e fa da 0 a 100 km/h in soli 4 secondi. Lo potrà constatare anche il pubblico del Motor Show 2011, che oltre ad ammirare potrà anche testare l’esclusiva autovettura nella pista indoor dell’Electric City e conoscere da vicino il team di Svolta elettrica: un movimento che parte dal basso per sviluppare e diffondere la mobilità elettrica intervenendo a livello normativo, culturale, sociale, economico, ambientale con azioni che coinvolgono i diversi anelli della filiera elettrica.

La parola chiave di Svolta elettrica è conversione o “retrofit”: un’operazione altamente sostenibile che mira a favorire l’affermazione della mobilità elettrica partendo dalla trasformazione di veicoli usati con motore endotermico in veicoli totalmente elettrici. Offrire una seconda vita a tali mezzi significa, infatti, ridurne considerevolmente l’impatto ambientale (in termini di utilizzo di materie prime e risorse energetiche e di impatti delle fasi di lavorazione). La garanzia del motore installato vale per ben 2 milioni di km, la ricarica delle batterie assorbe quanto un ferro da stiro (circa 2 kW) e il “pieno” di un pacco batterie da 15 kWh costa poco più di 2,5 euro.

La filiera del retrofit rappresenta un’interessante opportunità di rilancio di alcuni segmenti del settore automotive. Attivarla su scala nazionale significa valorizzare un tessuto composto da migliaia di aziende diffuse sul territorio (per lo più PMI) che già dispongono di know how e attrezzature adeguate a un’operatività quasi immediata (officine meccaniche, elettrauto, concessionarie, ecc.).

Esistono però degli ostacoli alla conversione dei mezzi in elettrico al 100%. Il principale tra questi non è di carattere tecnico, bensì normativo e burocratico: il Codice della Strada impone, infatti, procedure complesse per la necessaria omologazione delle vetture convertite. Per aggirare l’ostacolo un cittadino motivato ad avere la propria auto convertita in elettrica può scegliere la via estera passando per Germania, Austria o altri paesi europei in cui la procedura è meno complessa e più accessibile. Tutto questo potrebbe essere evitato se il Ministero dei Trasporti intervenisse allineando la normativa italiana a quella degli altri paesi UE.

 

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