La roadmap per convertire la California 100% rinnovabile

Mark Jacobson, docente di ingegneria civile e ambientale alla Stanford Stanford University ha tracciato, con il collega Mark Delucchi et al, la roadmap che lo stato della California dovrebbe seguire per liberarsi delle fonti convenzionali in tutti i settori (elettrico, trasporti, climatizzazione e industria) e approvvigionarsi entro il 2050 esclusivamente di energia da fonte rinnovabile: acqua, vento e sole (WWS).

Partendo dal potenziale della California i ricercatori hanno simulato il mix di rinnovabili proiettando la domanda di energia al 2050, ipotizzando che per quella data in tutti i settori si usi esclusivamente energia elettrica. Come tappe intermedie, per il 2020 tutta la nuova domanda di energia dovrebbe essere soddisfatta da WWS, mentre il resto del fabbisogno sarebbe soddisfatto da FER per l'80-85% al 2030, fino ad arrivare al 100% entro il 2050.

Secondo gli esperti la combinazione tra processo di elettrificazione e misure non particolarmente ambiziose di efficienza energetica potrebbero portare a una riduzione della domanda complessiva del 44% circa (solo 5-10% grazie a efficientamento) e a una stabilizzazione dei prezzi grazie alla disponibilità a costo zero della risorsa rinnovabile.

Il grafico descrive il progressivo passaggio, in termini percentuali, dalle fonti convenzionali a quelle rinnovabili, della domanda energetica della California secondo la roadmap definita al 2050. Si nota la diminuzione nel tempo del consumo energetico totale grazie a interventi di efficienza energetica e di elettrificazione dei consumi.
Fonte: Jacobson MZ et al
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Tra gli aspetti più interessanti dello studio, si pone l'accento sugli importanti benefici di cui si godrebbe puntando a una transizione totale: si creerebbero, infatti, 220.000 nuovi posti di lavoro a lungo termine (al netto dei posti persi per il progressivo abbandono dei settori fossile e nucleare); si eviterebbero 12.500 morti premature all'anno dovute all'inquinamento; si eviterebbe una spesa sanitaria di 103 miliardi di dollari/anno; si risparmierebbero 48 miliardi di dollari/anno di costi connessi al cambiamento climatico.

Jacobson e Delucchi sono sul pezzo da diversi anni. È del 2009, infatti, un precedente studio sull'argomento, apparso anche su Scientific American, che riporta dati complessivamente allineati con riferimenti aggiornati ad oggi (v. news). Le proiezioni dei due studi sul mix energetico per ciascuna delle fonti tra il 2009 e oggi sono variate come segue: l'energia dall'acqua è variata leggermente dal 9 al 10%, per il vento la quota 51% si è abbassata al 55% mentre per il sole si è passati dal 40a al 55%. Non resta che aspettare e vedere se ci saranno disallineamenti all'approssimarsi dell'anno di riferimento 2050.

Per approfondimenti: Stanford University