Mitigazione dei danni alla salute della pelle e del corpo provocati dall’inquinamento dell’aria – Parte 1

Questo articolo è in due parti. La prima parte è dedicata a capire quali sono i danni subiti dal nostro corpo e in particolare dalla pelle quando sono esposti all’inquinamento dell’aria, mentre la seconda parte sarà dedicata alle azioni che riguardano il nostro corpo per contrastare e mitigare gli effetto dell’inquinamento da PM10, PM2,5, Ozono e altri contaminanti.

I danni che l'inquinamento infligge la nostro corpo

Partiamo dalla cosa a cui teniamo di più e che è la meno considerata dalle organizzazioni che si occupano di inquinamento (EEA), danni da cambiamento climatico (IPCC) e salute (WHO): il nostro aspetto. Certo è un tema che interessa prevalentemente il mondo femminile ma, come vedremo, tocca da vicino anche quello maschile.

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Smog e polveri sottili modificano i livelli di acidità della pelle causando danni cutanei anche rilevanti. Analizzando l’epidermide di alcune pazienti di diverse aree metropolitane italiane (Milano, Torino e Napoli) si sono riscontrati danni cutanei e inestetismi correlati agli elevati livelli di smog a cui le persone erano esposte. Ulteriori ricerche hanno mostrato che non sono tanto le particelle che hanno impatto sulla pelle quanto invece i composti chimici che le compongono o se ne servono come supporto. Si è verificato che il particolato urbano contiene cocktail con 224 composti chimici tossici (da idrocarburi poliaromatici, pesticidi e metalli pesanti). Ma i cocktail possono includere parecchie centinaia o migliaia di composti chimici come, ad esempio, il fumo di sigaretta in cui cocktail comprende oltre 6.000 composti chimici.
Le aggressioni delle polveri sottili sulla pelle per effetto dei composti chimici di cui sono composte, danno luogo principalmente ai seguenti fenomeni epiteliali:

  • velocizzazione del processo di invecchiamento della pelle;
  • incremento di inestetismi cutanei come couperose e rosacea;
  • aumento di macchie cutanee e discromie;
  • perdita di luminosità e idratazione cutanea, che si riflette in un incarnato grigio e spento.

A rischio sono anche i polmoni, in particolare quelli dei più piccoli. Casi di asma e allergie pediatriche (anche per effetto della presenza di pollini) si sono recentemente moltiplicati in bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni, così come sono aumentate le diagnosi di bronchite e altre patologie cardiovascolari negli adulti e persone anziane.
Ad aggravare i danni alla salute di pelle e corpo sono principalmente due sostanze che troviamo disperse nell’aria: il particolato (noto anche come PM10 e PM2,5) in inverno e l’Ozono in estate. Più l’aria è ricca di questi inquinanti più è importante trovare modi efficaci per proteggersi dallo smog.

Quali soluzioni?

Il primo passo consiste nel chiedere consiglio a un esperto dermatologo o farmacista per individuare formulazioni adatte a proteggere il film idrolipidico cutaneo. Una corretta cura della pelle quotidiana anti-smog per tutti (uomini e donne, bambini) prevede questi semplici passaggi che, se attuati, renderanno sicuramente felici farmacisti, erboristi e nutrizionisti.

  1. Idratarsi non lesinando nel bere acqua naturale più volte al giorno.
  2. Detergersi la pelle esposta all’aria ogni giorno. Questa pratica spesso trascurata o eseguita con superficialità è un errore tremendo (affermano gli addetti ai lavori), poiché una pelle correttamente pulita conserva la sua giovinezza più a lungo. Per un proteggere la pelle anche nei mesi più freddi, è utile affidarsi a una crema emolliente che idrata oppure ad un latte detergente antinvecchiamento. Le migliori creme sono arricchiti da eccipienti come vitamina C dall’azione antiossidante che favorisce il microcircolo che previene gli arrossamenti. Se si impiega l’acqua micellare si ha una doppia funzione perché si attua una pulizia del viso efficace ed, inoltre, si eliminano anche le particelle di smog più resistenti. Questo particolare prodotto contiene prebiotici, che aiutano a mantenere in equilibrio il microbioma dell’epidermide, rendendo la pelle pronta ad affrontare le aggressioni esterne. Asportare i radicali liberi tramite una crema giorno anti-aging che contenga principi attivi (vitamina E e peptidi) che contrastano i radicali liberi e che nutrono la pelle e prevengono le infiammazioni e l’occlusione dei pori responsabile della comparsa di punti neri e comedoni. Allo scopo si sono anche dei sieri concentrati, che completano la routine anti-smog grazie a un trattamento notte rigenerante e antiage specifico in grado di ricaricare la pelle dopo l’intera giornata. Al riguardo c’è una innovazione tutta italiana (nota come Fospidina) con impiego di fosfolipidi estratti dalla soia e glucosamina; i fosfolipidi rinforzano le membrane delle cellule cutanee e veicolano il complesso in profondità, mentre la glucosamina è in grado di favorire la formazione di acido ialuronico.
  3. Cibarsi di alimenti adattogenici che modificano gli effetti dello stress come la curcuma, ginseng, in genere la frutta fresca (ma anche secca) di colore rosso vivo e viola che contengono resveratrolo.

Smog e particelle inquinanti provocano la comparsa di macchie cutanee. Chi ne è affetto - e ne patisce - dovrebbe rivolgersi a un centro dermatologico. Terapie con peeling chimico e laser per macchie cutanee sono tra i trattamenti più efficaci e risolutivi nella lotta contro le macchie della pelle. Il peeling ha un’azione esfoliante che aiuta a stimolare la produzione di collagene, rendere più compatta e luminosa la pelle, mentre le sedute di laser per macchie cutanee sono precise nel colpire l’accumulo di melanina che causa la macchia cutanea.
Per farlo con cognizione di causa dobbiamo capire cos’è lo smog e come evitarlo. Innanzi tutto bisogna subito dire che lo smog è presente nell’aria tutto l’anno, sia d’inverno che d’estate; quello che cambia tra estate e inverno è la sua concentrazione nell’aria espressa in microgrammi per metro cubo (si indica così: µg/m3).

Cos'è lo smog

In inverno l’inquinamento dell’aria è spesso coesistente con la nebbia diventando “smog” dalla fusione di due parole inglesi: smoke (fumo) e fog (nebbia). In realtà lo smog diventa “smog” quando i vari inquinanti superano una concentrazione superiore ad un livello prefissato dalle norme nazionali o internazionali. Nella tabella seguente si riportano i limiti prescritti dalle norme nazionali per quanto riguarda il particolato.

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(Fonte: https://www.pm10.it/limiti.html, www.isprambiente.gov.it )

Lo smog invernale si forma a causa della contrazione dell’aria conseguente al suo raffreddamento sia per contatto con il suolo freddo e sia per gli scambi per radiazione con le nubi e gli alti strati dell’atmosfera. La densità dell’aria d’inverno aumenta e di conseguenza aumenta anche la concentrazione di particolato e umidità. Quando la temperatura dell’aria scende al di sotto del punto di rugiada nell’aria si formano goccioline d’acqua che rimangono in sospensione: la nebbia, appunto. La nebbia sparisce quando la temperatura dell’aria supera il punto di rugiada. Non così capita al particolato che resta nell’aria pronto a generare danni alla nostra pelle e al nostro corpo.
Ma come si diceva ogni inquinante, che supera il valore limite, entra nella famiglia degli “smog”: c’è lo smog invernale dove gli inquinanti sono PM10, PM2,5, SOx, NOx, benzo(A)pirene, composti volatili organici, ecc.; c’è lo smog estivo fatto di Ozono, NOx, composti volatili organici; c’è lo smog precursore del particolato in cui si genera il particolato secondario per effetto della combinazione dei composti chimici dello Zolfo e Azoto.
Eppure lo sviluppo continuo di rimedi e strategie per ridurre lo smog ha portato a qualche risultato rispetto al 2010 (lo ha evidenziato l’ISPRA nel suo recente report del 20/12/2018): basti pensare ai miglioramenti delle tecnologie di generazione termoelettrica, dalle caldaie efficienti ai veicoli Euro 5 e 6, ai veicoli elettrici. Ma tutto ciò non è assolutamente sufficiente. Le previsioni di Simon Upton, direttore ambiente dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), dei ricercatori dell’EEA (Agenzia Europea per l’Ambiente) e dell’IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change) sono tutte pessimistiche.
Diverse ricerche ambientali dimostrano infatti come l’inquinamento atmosferico sia inevitabilmente destinato ad aumentare. Stiamo tardando (non solo in Italia) ad attuare politiche efficaci di decarbonizzazione e in questo siamo frenati anche da chi ha grandi interessi sulle fonti energetiche tradizionali quali petrolio, gas naturale, gpl, scarti di raffineria, biomasse da rifiuto. Parlare di responsabilità sociale a chi ha interessi nelle fonti fossili è cosa vana. Ci sono segnali troppo deboli dalla politica. Abbiamo visto recentemente cosa è successo quando si è voluto introdurre il principio di “chi inquina paga” facendo pagare gli incentivi per il rinnovo parco veicolare a chi inquina di più.

di Gianfranco Padovan, Presidente EnergoClub

Presto pubblicheremo la seconda parte dell'articolo, tutta dedicata alle soluzioni per aiutare il nostro corpo a contrastare l'inquinamento. Non volete perdervela? Iscrivetevi alla Newsletter gratuita di Energoclub. Iscriviti.

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