Impatto ambientale del divorzio

 
E’ noto che il numero di divorzi “ufficiali” è cresciuto in tutti i paesi del mondo. In Italia, sommando separazioni e divorzi si è poco oltre il 10%, mentre in USA si è arrivati attorno al 50%, in Germania il 35%. Le conseguenze psicologiche, socio-economiche dei divorzi sono state sono oggetto sistematico di analisi e commenti, ma poco si conosce sulle loro conseguenze ambientali.
 
I ricercatori dr. Eunice Yu e il prof. Jianguo Liu, del "Center for Systems Integration and Sustainability" (Michigan State University), analizzando 12 paesi (l'Italia non c'è) hanno scoperto che i divorzi delle coppie, la spartizione dei figli nelle nuove famiglie, il ritorno dei divorziati e separati alla vita di single, hanno un impatto rilevante sull’ambiente e nell’uso delle risorse naturali. Chi divorzia richiede la costruzione di nuove case aumentando, quindi, l’uso del territorio, strade, servizi, acqua, energia, ecc.
 
Le nuove abitazioni delle persone che si sono divorziate hanno consumi maggiori del 46% e 56% d’energia elettrica ed acqua rispettivamente, in più rispetto alle famiglie d’origine. Le nuove famiglie che si sono poi costituite con capifamiglia divorziati, hanno consumi di risorse (energia e acqua) maggiori del 46-61% rispetto alle famiglie d’origine.
 
L'ex marito e l'ex-moglie si lavano più spesso perchè sono di nuovo ... “in pista”; gli stili di vita, consolidati nelle famiglie originali (coppia e svariati figli), hanno difficoltà a ritararsi e riadeguarsi quando la coppia si divide. Sembra che il "termostato dei consumi" di chi è "ex" abbia difficoltà ad essere abbassato o regolato.
 
Nella sola America il consumo di energia elettrica annuo per effetto dei divorzi è stato stimato nel 2005 in 73 TWh.
Per avere una idea dell'energia in gioco  è sufficiente sapere che l’Italia consuma globalmente 330 TWh di energia elettrica.
Chi volesse trasporre il dato americano in Italia deve tener presente che i divorzi in USA sono cinque volte quelli rilevati ufficialmente in Italia (includendole separazioni) e, inoltre, che i consumi di risorse in USA sono da 3 a 5 volte maggiori dell'Italia.
 
Vittorio Zucconi, voce autorevole de la Repubblica, ha scoperto e divulgato questa notizia in Italia sul settimanale Donna, nel suo gustosissimo articolo di costume intitolato "Se divorziate non siete eco", conclude dicendo:
 
“Se dunque state pensando di divorziare, se siete ormai convinti che non ce la fate più a reggere la vita con quella insopportabile metà, sappiate che oltre ai traumi privati, alle lacrime, alle rabbie, alle dolorose spartizioni di beni, proprietà, animali domestici, quadri e telecomandi, il divorzio farà di voi anche distruttori di ghiacci, inquinatori di ruscelli alpini e TIR viventi che vomiteranno polveri e anidride nell’aria. E’ finita l’epoca dei silenziosi sacrifici matrimoniali per il bene dei bambini o degli anatemi clericali con i “pubblici concubini”. Una coppia moderna ed ecologicamente corretta ora dovrebbe sforzarsi di stare insieme per salvare il mondo. Non divorziate, fatelo per gli orsi bianchi”.
 
Va bene, teniamo presente questa sollecitazione che va, poi, aggiunta a quella dei due ricercatori autori della ricerca.
Il dr. Yu e il prof. Liu consigliano di introdurre delle modifiche negli stili di vita delle famiglie che hanno subito il divorzio ma anche nelle nuove famiglie tra divorziati. Inoltre consigliano di introdurre misure di mantenimento delle risorse, di sostenibilità ambientale e, in particolare, di ridurre la quantità di risorse nelle nuove abitazioni.
 
Dobbiamo quindi concludere che “andare dove ti porta il cuore” dovrebbe essere sempre accompagnata da una bella e corposa Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), possibilmente da allegare alla documentazione per ottenere il divorzio o la separazione.
Trasmettiamo la presente a chi di competenza. :-)
Chi volesse approfondire il tema troverà sotto i link di Ulisse e dell'articolo originale.
G.P.
 
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