Il triste primato dell’acqua in bottiglia

Nel 2011 abbiamo aggiunto ai nostri rifiuti 6 miliardi di bottiglie di plastica in PET per consumare 196 litri a testa di acqua in bottiglia. L’Italia si è così confermata primo Paese in Europa e terzo nel mondo per consumo di acqua in bottiglia, dietro solamente ad Arabia Saudita e Messico.
Sono i dati forniti dalla Beverage Marketing Corporation e comunicati al recente World Water Forum di Marsiglia da Roberto Colombo, presidente di Ianomi Spa (Infrastrutture Acque Nord Milano) e rappresentante delle aziende idriche della provincia di Milano.

Si tratta di un triste primato, perché solo il 20% delle bottiglie di plastica viene riciclato, mentre le altre possono rimanere in acqua o sul terreno da un minimo di 100 ad un massimo di 1000 anni. Inoltre, sono necessari 90 milioni di litri di petrolio per produrre un miliardo di bottiglie di plastica in PET (polietilene tereftalato), ossia un sesto di quante ne abbiamo stappate nel 2011.

Non solo: è anche un primato inutile perché il 90% del costo di una bottiglia d’acqua è riconducibile alla bottiglia di plastica. E, soprattutto, perché la qualità media dell’acqua che sgorga dai rubinetti italiani è mediamente ottima, nonostante alcune emergenze (vedi arsenico), ed è comunque e sempre molto più “controllabile” di quella dell’acqua in bottiglia. Sono sempre di più, infatti, i Comuni e le società di gestione che pubblicano sul proprio sito internet i risultati delle analisi dell'acqua potabile prelevata dai rubinetti locali e che, quindi, informano i consumatori con dati dettagliati ed aggiornati sull’acqua che sgorga dai loro rubinetti.
Ed è proprio il caso di una serie di comuni dell’hinterland milanese, quello che Colombo ha presentato a Marsiglia come modello per la riduzione dell’impatto ambientale del consumo d’acqua. Si tratta delle

81 “Case dell'acqua” che nel 2011 hanno erogato giornalmente una media di 2.500 litri d'acqua, consentendo un risparmio di 32 milioni e 21 mila bottiglie di plastica, equivalenti al trasporto su 3.252 tir, al consumo di 1.936 tonnellate di petrolio e di 15.490 metri cubi d'acqua, alla produzione di 1.936 tonnellate di anidride carbonica e di 15,6 tonnellate di monossido di carbonio.

Le “Case dell’acqua”, sono costruzioni realizzate dalle aziende idriche ed affidate in comodato d’uso alle Amministrazioni Comunali;  sorgono in spazi verdi di proprietà dei Comuni e permettono il prelievo gratuito, in quantitativo fisso stabilito e pubblicizzato tramite un Regolamento comunale, di acqua di rubinetto erogata in diverse tipologie: naturale, gasata, o refrigerata. I regolamenti unitamente al prospetto delle analisi con le caratteristiche dell’acqua erogata sono affissi nelle bacheche accanto agli erogatori di distribuzione dell’acqua di rubinetto.

Nel suo intervento al Forum di Marsiglia, Colombo ha anche illustrato le nuove frontiere del servizio, come la telelettura dei consumi, che permette il controllo tramite Gprs dei quantitativi erogati ed esprime l'equivalente in bottiglie di plastica risparmiate e i kg di anidride carbonica non immessi in atmosfera.

Un esempio virtuoso, quello milanese, che è anche indice di una sensibilità sempre più diffusa sul tema, come dimostra anche l’iniziativa di centinaia di studenti americani che negli ultimi mesi si sono uniti nel movimento attivista "Ban the bottle" (metti al bando la bottiglia) per ridurre la diffusione e il consumo di bottiglie di plastica nei campus. Secondo quanto riportato dalla Bloomberg News, le università americane che hanno aderito a questa iniziativa, optando per l'istallazione di nuovi distributori di acqua filtrata gratuita, sono ormai 90 e il numero è destinato a crescere grazie all'entusiasmo e alla partecipazione attiva degli studenti.
 

Fonti:

AdnKronos - www.adnkronos.com

Bloomberg - www.bloomberg.com/news