CO2 da nucleare e da fotovoltaico

Riversa in atmosfera più CO2 un KWh prodotto dalla scissione dell'atomo oppure uno generato dalla sollecitazione di un raggio di sole ad una cella fotovoltaica?
Se lo sono chiesti gli studiosi americani Vasilis M. Ftenakis e Hyung Chul Kim che hanno analizzato l'intera filiera che porta alla produzione elettrica nei due casi: con il nucleare e con il fotovoltaico.
La produzione elettrica sia nucleare che fotovoltaica ha bisogno di strumenti. Nel primo caso il dispositivo principe è il reattore nucleare formato da barre di uranio arricchito inserito in un grande edificio chiamato centrale; nel secondo un pannello di silicio appoggiato per terra o sopra un tetto.
Nessuno dei due è nato dal niente. Tutti e due sono il prodotto di una filiera produttiva che parte dalla materia prima (il minerale contente uranio per il nucleare e gli scarti di silicio dall'industria microeletttronica per il fotovoltaico) e, attraverso varie fasi di lavorazione, arriva al prodotto finito.
Per quanto riguarda il nucleare, le fasi di produzione comprendono l’ estrazione del minerale contenente uranio, la polverizzazione e separazione dalle scorie, l’arricchimento con isotopi dell'uranio 235, la produzione delle barre di uranio arricchito, la costruzione e lo smantellamento della centrale e il trattamento delle scorie nucleari .
Per il fotovoltaico, si fonde il silicio di scarto della produzione dei microchip e si costruisce il pannello che poi deve essere posizionato e alla fine smantellato.
I due ricercatori hanno concluso che la fonte energetica nucleare produce più gas serra: tra i 22 e i 49 g. CO2-eq/KWh (in media) per il nucleare e 17-39 g. CO2-eq/KWh per il solare fotovoltaico.
Basterà questa consapevolezza a far riflettere sulla scelta nucleare?
Forse no, ma è un dato di cui tenere conto.

Fonte:    LCA nucleare (in inglese)

Ricerche: Federico Munerotto. Testo: Maria Grazia Minto