Cambiamento climatico: quanto costa stare a guardare?

Il 29 luglio la Casa Bianca ha diffuso il Rapporto “The cost of delaying action to stem climate change”, a cura del Consiglio dei Consulenti Economici, che esamina le conseguenze del seguitare a rimandare l'adozione di politiche volte a mitigare il cambiamento climatico. Per ogni decennio di ritardo si stima mediamente un incremento dei costi netti di mitigazione del 40% circa...

1. Agire subito abbatte i costi da sostenere per il raggiungimento degli obiettivi
Con un'azione decisa si invia al mercato un segnale forte, tale da ridurre i costi di lungo periodo per il raggiungimento dei target di mitigazione. Un intervento radicale in questo senso ridurrebbe i costi di investimento in infrastrutture ad alto contenuto di carbonio, costose da rimpiazzare in seconda battuta, e stimolerebbe lo sviluppo di nuove tecnologie a basse (o zero) emissioni. Per contro, posto un dato obiettivo, per ogni decennio di ritardo mediamente si stima un incremento dei costi netti di mitigazione del 40% circa!

2. Continuare a rimandare gli interventi comporta gravi danni economici
Se l'agire tardivamente comporterà un incremento di temperatura medio di 3°C rispetto ai livelli preindustriali, superando la soglia di allarme stabilita di 2°C, tale effetto si ripercuoterà gravemente sull'economia riducendo il PIL dello 0,9%. Una perdita che per gli USA ammonterebbe a 150 miliardi di dollari. L'eventuale incremento medio da 3 a 4°C aggiungerebbe un'ulteriore perdita di 1,2% del prodotto interno lordo. Anno dopo anno ci si troverebbe a dover sostenere costi aggiuntivi per rimediare ai danni permamenti conseguenti allo sconvoglimento del clima.

3. Il rischio che si verifichino cambiamenti catastrofici globali impone urgenza
Tra gli eventi su larga scala più temuti si includono la fusione della calotta di ghiaccio dell'Antartide Occidentale, e di altre calotte, cui conseguirebbe un importante incremento del livello dei mari, e il rilascio in atmosfera di metano, a causa dello scioglimento del permafrost, che accelererebbe il riscaldamento globale. In una scala temporale compatibile con l'uomo questi ed altri importanti macrocambiamenti risultano irreversibili e potrebbero avere conseguenze e costi importanti su scala globale. Per parecchi di questi eventi esiste un punto di non ritorno (ad es. la soglia di temperatura) oltre il quale la transizione ad uno stato nuovo diverrebbe inevitabile. Non si conoscono, in generale, il valore o la posizione di tali situazioni limite.

4. L'adozione di politiche per il clima equivale alla stipula di polizze “rischio clima”
Analogamente alle polizze per persone e imprese, pagare oggi i costi della mitigazione riduce le probabilità di un cambiamento climatico catastrofico. A differenza delle polizze tradizionali, le polizze clima vanno intese come un investimento in un'ottica di gestione del rischio: si agisce oggi per ridurre le probabilità che si verifichino situazioni peggiori domani. Anche qui, posticipare costa: più si rimanda il contenimento delle emissioni, più aumenta la concentrazione di gas a effetto serra e più aumenta il rischio di fenomeni gravi. La gestione del rischio comporterebbe un miglioramento dell'aria, maggior sicurezza energetica e benefici difficili da monetizzare come, ad esempio, la tutela della biodiversità.

Per approfondimenti: White House, Rapporto