Cambiamento climatico e gestione delle acque: PAESC e Processo di Contratto di Fiume

Gli effetti del cambiamento climatico si manifestano con eventi estremi come piogge intense in aree ristrette o periodi di piovosità prolungati, conseguenti esondazioni, ondate di calore e periodi di siccità prolungati, riduzione della biodiversità, accentuarsi del dissesto idro-geologico, solo per citarne alcuni. In tutti questi danni è coinvolta direttamente o indirettamente l’acqua sotto forma di precipitazioni meteoriche, torrenti e fiumi in cui le acque scolano verso il mare, acquiferi in cui l’acqua si raccoglie, bacini idro-geologici del ciclo dell’acqua, oltre ad altri liquidi utilizzati e generati dai viventi e loro attività.

I danni provocati dall"acqua"

esondazione.jpgDal 2010 al 2015 le inondazioni hanno provocato in Italia la morte di 140 persone e l’evacuazione di oltre 32mila persone, secondo i dati del Cnr. Negli ultimi 5 anni sono stati 91 i giorni di stop a metropolitane e treni urbani nelle principali città italiane; 43 invece i giorni di blackout elettrici dovuti al maltempo. Rilevanti le conseguenze di alluvioni, trombe d’aria e piogge intense nei confronti di case, spazi pubblici ma anche del patrimonio naturalistico, culturale e archeologico.
Da una parte si rileva una diminuzione delle precipitazioni cumulate annuali, mentre dall'altra sono aumentate le precipitazioni giornaliere e l'intensità.
Tra gli eventi di precipitazione intensa eccezionali si segnala la precipitazione massima su 24 ore di 539 mm registrata a Brugnato durante il nubifragio che ha colpito la Provincia della Spezia nel mese di ottobre 2011 e l’alluvione nel Veneto (principalmente nel vicentino/padovano/veronese) nell’ottobre 2010 con oltre 200 mm medi di pioggia in tre giorni su di una area di centinaia di km2, coinvolgendo 262 Comuni, 500.000 persone, con lo sfollamento di oltre 6.600 residenti, tre morti e danni stimati in oltre 420 milioni di euro.

Buone pratiche di gestione delle acque e i PAESC

Visto quanto è successo è opportuno mettere in atto una buona gestione delle acque. Un bacino idro-geologico deve porsi l’obiettivo di ridurre i danni che il cambiamento climatico provocherà in futuro.  Per tale ragione dal 2008 la UE ha intrapreso l’iniziativa nota come pacchetto 20-20-20 e, inoltre, dal 2014 ha allargato gli ambiti di intervento dei Comuni includendo il Clima: il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) e mitigazione degli effetti del Clima (PAESC) si prefiggono di ridurre le emissioni di gas climalteranti (CO2, CH4, ecc.) e inoltre sono finalizzati a mitigare gli effetti del clima rendendo i territori più resilienti ai cambiamenti climatici, in altre parole adattandosi al cambiamento climatico in atto. In tale prospettiva diventa strategicamente vitale riconsiderare a come viene gestite le acque nei territori. Con questo scopo sono nati i “Processi di Contratto di Fiume” (lago, litoraneo, acquiferi sotterranei, ecc, e, in generale, dove ci siano dei bacini idrogeologici) in cui si studia, analizza, attua la programmazione partecipata delle risorse idriche di territori ampi, con il coinvolgimento dei comuni, consorzi, portatori di interessi economici, culturali, ambientali, inclusi di cittadini che vivono in quei territori.

Il Forum Ambiente del Comune di Treviso e il Processo di Contratto dei Fiumi (PCF)

mappa.pngIl Forum Ambiente nato nel 2015 per iniziativa del Comune di Treviso, che raggruppa circa 20 associazioni, che hanno a cuore l’ambiente, ha deciso di coinvolgere lo stesso Comune di Treviso nell’avvio del Processo di Contratto dei Fiumi (PCF) di risorgiva Botteniga-Pegorile-Giavera, Storga-Limbraga che attraversano e circondano il nucleo storico di Treviso ma che hanno propaggini molto estese in tutto il territorio trevigiano.
I PCF saranno considerati come strumenti operativi per concretizzare le strategie per rendere resilienti i territori al cambiamento climatico. L’iniziativa coprirà un lasso di tempo di 24-36 mesi e l’obiettivo è di definire un Piano di Azioni approvato, attuato e sostenuto con gli impegni di tutti gli stakeholder.
Per chi ha dimestichezza con i Piani di Azione per l’Energia Sostenibile, possiamo dire che il percorso seguito nei PCF è molto simile al PAES e PAESC benché il PCF sia più diluito nel tempo.

Prima fase del PFC: la comunicazione

fiume.pngLa prima fase riguarda la comunicazione. Sono previste conferenze e mostre fotografiche dei fiumi di risorgiva per tutto il 2018. La prima del ciclo delle conferenze si terrà a Treviso sabato 17 marzo 2018. Per maggiori informazioni vedi questo link.
Lo scopo è di creare consapevolezza non solo dei problemi ma anche di far intravedere opportunità future.
I fiumi di risorgiva trevigiani hanno ancora parecchie potenzialità da scoprire e riscoprire. Infatti, lo sviluppo dell’insediamento di Treviso era nel lontano passato dalle opportunità offerte dai fiumi per il trasporto e lavorazione di merci e alimenti, materiali da costruzione, molitura dei cereali e lavorazione del legname per barche e costruzioni in genere per la Repubblica Veneta. Treviso disponeva alla fine del XVII secolo di oltre 400 prese di forza collegate a mulini, magli, segherie, alimentate dall’acqua di risorgiva. Oggi, le condizioni sono molto mutate. Alcune opportunità sono già colte come, ad esempio, con le centraline idro-elettriche oppure con l’utilizzo per attività sportive (canottaggio, pesca) o produttive (acquacoltura e produzione del radicchio di Treviso, irrigazione della pianura a scopi viticoli e per la produzione di cereali) ma, molto altro si può fare. Non solo con l’acqua ma anche con gli argini e le stradine che offrono nuovi utilizzi quali il turismo (tracking a piedi e con biciclette), sport e spazi per il tempo libero da passare all’aria aperta. Sono molte le opportunità e molti i potenziali interessi che giustificano e motivano la condivisione di regole di gestione nel tempo dell’acqua come bene comune vitale per tutto il territorio.

Come aderire all'iniziativa

Chi desidera aderire all’iniziativa può contattare l’Assessorato alla Cultura di Treviso oppure uno dei promotori che elenchiamo in ordine alfabetico:  Amici del Limbraga, Amici dello Storga, Comune di Treviso, EnergoClub, Italia Nostra, Legambiente Piavenire, Legambiente Treviso, Pescatori Sile, Territorialisti, Treviso sotterranea, Università Venezia Ca’ Foscari, Vivere il Botteniga, WWF.
I comuni confinanti con Treviso attraversati dai fiumi di risorgiva, canali artificiali di collegamento, affluenti del Sile, sono stati invitati a far parte del Gruppo Promotore che predisporrà il Documenti di Intenti che da sottoporre al vaglio della Regione Vento.

Contatti: assessore.cultura@comune.treviso.it, info@energoclub.org

di Gianfranco Padovan, Presidente EnergoClub Onlus

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