Turbina gonfiabile cattura i venti d’alta quota

Airborne, il “minidirigibile” messo a punto da una spin-off del MIT (Massachusetts Institute of Technology), è facile da trasportare e montare ed è in grado di orientarsi automaticamente.

Ha svettato, è il caso di dirlo, su tutte le oltre cento proposte presentate alla giuria del premio e sugli altri quattro progetti finalisti, vincendo così la ConocoPhillips 2011 Energy Prize, assegnato congiuntamente da ConocoPhillips e Penn State. E’ la nuova turbina gonfiabile per venti in quota messo a punto dalla Altaeros Energies (una società americana spin-off del MIT - Massachusetts Institute of Technology), premiata come migliore progetto in materia energetica messo a punto da società spin off delle più prestigiose Università americane.

Airborne, questo il nome del progetto, è una turbina eolica gonfiabile, una sorta di "minidirigibile" di forma tubolare. Gonfiato con elio, può essere sollevato e stabilizzato in aria, esattamente come un aquilone, fino a un’altezza di 600-700 metri, sfruttando così i venti che soffiano con maggiore forza in alta quota e con costanza pressoché continua.

All'interno del "tubo" è contenuta una turbina in grado di produrre una potenza massima di 100 kW: forse un po’ poco in termini assoluti, ma si tratta pur sempre di un “generatore volante” pronto all’uso, che presenta il vantaggio di orientarsi automaticamente e in modo naturale sempre verso la direzione del vento. Inoltre è facilmente trasportabile (con una normale auto) e installabile: due persone sono in grado di montarla, gonfiarla e metterla in servizio ancorandola con il cavo conduttore nel giro di poche decine di minuti. Una volta in posizione possono restarvi per mesi prima che sia necessario riequilibrare la pressione interna. Caratteristiche che, secondo i progettisti, renderanno più che competitivi i costi di produzione di energia elettrica con questo sistema.
Airborne era stato originariamente pensato per l'approvvigionamento energetico di aree remote, applicazioni militari e forniture di emergenza. Ora, però, si pensa anche alla realizzazione di serie più o meno numerose di piccoli impianti off-shore in mare, ancorati a piccoli natanti.

 

Fonte: ConocoPhillips