Obiettivi 20-20-20 confermati, rumors per nulla

Il 17 dicembre 2008 il Consigio dell’Unione Europea ha approvato il pacchetto energia, in precedenza formalizzato nell’accordo dell’11-12 dicembre 2008.
Sono stati confermati e ribaditi degli obiettivi 20-20-20 per il 2020: 20% di riduzione delle emissioni del 20% di CO2 rispetto al 1990, 20% della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, 20% riduzione dei consumi di energia con azioni sull'efficienza energetica.
 
Nell’accordo sono stati definiti gli obiettivi per ogni nazione e, inoltre, le modalità operative (road map) per raggiungerli per ogni settore e in particolare nel settore dell’auto, del carburanti e cattura e stoccaggio del carbonio emesso. L'obiettivo italano è di ottenere il 17% di produzione di energia elettrica da FER (oggi siamo al 7%); niente di nuovo dunque, anche questo era già stato definito in precedenza. Sul fronte CO2 è stato confermato l'obiettivo di ridurre del 6,5% le emissioni di gas serra rispetto al 1990. Purtroppo, scelte di politica energetica dissennata (conversioni delle centrali da metano a carbone) assieme ad un sistema industriale che ha difficoltà a vedere opportunità nel risparmio energetico, e di conseguenza nella riduzione delle emissioni, ci ha portato ad aumentare le emissioni di gas serra invece di ridurle. Oggi noi dovremo ridurre le nostre emissioni di gas serra di oltre il 19% per rispettare l'obiettivo sottoscritto nell'accordo.
 
Tali obiettivi saranno passati al vaglio in una conferenza mondiale, organizzata dall’ONU a Copenaghen il prossimo anno, mentre nel marzo 2010 ci sarà una verifica e una revisione degli obiettivi UE per tener conto anche degli interventi degli altri paesi energivori e inquinatori come USA, Cina, India.
 
La "querelle" che Italia, Germani a e Polonia avevano messo in atto (con il potenziale intento di far fallire l'accordo con dei "veti") si è dissolta tramite una serie di concessioni dell'UE sulle modalità operative per raggiungere gli obiettivi.
In particolare l’Italia ha sottoscritto l’accordo per obbligarsi a pagare le emissioni di CO2 per il 20% nel 2013 e 70% del 2020, 100% nel 2027. E’ chiaramente una concessione fatta alle aziende italiane, tedesche e polacche, che temono di non essere in grado di adeguare le proprie infrastrutture non delocalizzabili come, ad esempio le industrie ceramiche, vetro, carta, siderurgica, agli standard di emissione di CO2.
Invece le aziende potenzialmente localizzabili il Consiglio dell'UE ha concesso il diritto di emissione di CO2 gratuito, non soggetto quindi ai vincoli posti per le altre industrie. Quest'ultima concessione riguarda non solo l'Italia ma anche la Germania e la Polonia.
Da evidenziare nell'accordo siglato dai governi della UE-27 la creazione di un fondo di sei miliardi di euro destinati allo sviluppo della tecnologia la cattura e stoccaggio geologico della CO2 sottoterra "Carbon Capture and Storage" (CCS). Trecento milioni di euro (in origine erano 200 milioni) provengono dalle quote di emissioni gestite dalla nuova Borsa della C02. I fondi consentiranno di realizzare 10-12 impianti pilota per il 2015. Da questo fondo ne trarranno vantaggi chi sta impiegando carbone e combustibili con alto impatto ambientale. Tali impianti sono pensati per le grandi centrali e la nostra sensazione come EnergoClub è che siano delle concessioni senza ritorno o, peggio, che siano alibi per continuare ad inquinare come sempre.
 
L’Italia, nell'incontro dell'11-12 dicembre, ha fatto inserire nel pacchetto energia una clausola di revisione nel marzo 2010 alla luce della competitività rilevata dalle imprese e dai sistemi produttivi nazionali in un contesto mondiale.
 
Il pacchetto energia penna approvato è vincolante per tutti gli stati membri dell'UE. Non sarà più possibile porre veti da ora in avanti.
Nel 2010 già si dice (presidente UE Barroso ma anche altri esponenti) che lo schema 20-20-20 potrebbe essere modificato verso % maggiori e non il viceversa. Noi lo auspichiamo e lo sollecitiamo.
 
Questa vicenda ha dimostrato una perniciosa attitudine alla renitenza e riottosità del nostro apparato politico-economico che avrebbe meritato ben più di una dolorosa tirata d’orecchi. La sensazione è questa arriverà nel 2010, a marzo, a Copenaghen.
 
Se è facile sollecitare i nostri politici ad essere pro-attivi e non re-attivi sui problemi energetici dovrebbe essere molto più facile sollecitare i soci EnergoClub e i lettori a seguirci per fare nel nostro piccolo una o più azioni per diventare più europei.
 
Come sapete raggiungere l’indipendenza dalla fonti fossili è la nostra massima priorità
Questo è possibile oggi con le attuali tecnologie e materiali e a costi accettabili facendo il check-up energetico della propria abitazione e facendosi guidare non dalle mode ma da quanto emergerà dall'analisi.
Creeremo posti di lavoro, svilupperemo soluzioni meno impattanti sull’ambiente, ne beneficierà la salute di tutti. Il pianeta Terra, "Gaia", apprezzerà Sarà bello vederlo/la sorridere.
Gianfranco  Padovan, Presidente EnergoClub