La Manovra che non salva tutte le detrazioni

Il decreto “Salva Italia” concede un solo anno di vita alle detrazioni del 55% sugli interventi di riqualificazione energetica, ma rende definitive quelle al 36%. E poi ci sono due opportunità da cogliere a favore della sostenibilità…

Permanente, ma ridotta. E’ questo il destino della detrazione del 55% sugli interventi di riqualificazione energetica, che la Manovra Monti ha prorogato fino alla fine del 2012, stabilendo che a partire dal 2013 questo incentivo sarà sostituito dalla detrazione del 36% già in vigore per le ristrutturazioni edilizie.

Ancora per un anno, quindi, sarà possibile usufruire del bonus del 55% alle attuali condizioni;  successivamente gli interventi di riqualificazione energetica potranno avvalersi del 36% già in essere per le ristrutturazioni edilizie, che diventerà strutturale, ossia a tempo indeterminato, così che il Governo non dovrà più rinnovarlo di anno in anno come avvenuto fino ad oggi, causando così inevitabili incertezze tanto nelle richieste quanto nelle offerte del mercato.

La percentuale di detrazione del 36% sarà applicata, oltre che a tutte le spese destinate agli interventi sul risparmio energetico a tutti gli interventi che fino ad oggi hanno goduto dell'agevolazione, a tutte le soluzioni antisismiche e di bonifica dell'amianto e agli immobili danneggiati a seguito di disastri naturali, purché sia stato dichiarato lo stato di calamità naturale anche prima del 1°gennaio 2012. Il bonus si estende, però, a tutti gli interventi sulle parti comuni degli edifici (aggiungendo quindi alloggio del portiere, locali comuni, ascensori, acquedotti, fognature, ecc) e le spese di progettazione e per prestazioni professionali connesse all’esecuzione delle opere edilizie e alla messa a norma degli edifici.

Per tutto il 2012, inoltre, la detrazione del 55% è stata estesa anche alla sostituzione degli scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. E' la seconda volta che il Governo cerca di incentivare questa tecnologie ancora poco conosciuta dalle famiglie e poco spinta dai canali di vendita nonostante i risparmi energetici ed economici. Un primo tentativo c'è stato nell'aprile del 2010 con il Decreto incentivi (40/2010) del ministro Scajola. Gli utenti (pochi) che hanno sostituito il proprio scaldaacqua tradizionale hanno potuto godere di un incentivo del 20% sul costo di acquisto nella misura massima di 400 euro. Questa volta diviene più sostanzioso, sebbene diluito nel tempo, e facilita l'adozione di questa tecnologia anche per chi vive in appartamento e non effettua lavori di riqualificazione energetica più complessa. In precedenza i bollitori in pompa di calore potevano essere detratti ma in presenza di lavori effettuati secondo il comma 344 (riqualificazione energetica totale) dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

Ma non si tratta delle uniche importanti novità per le scelte ecologiche per le abitazioni contenute nel decreto. La Manovra Monti, infatti, elimina anche la necessità di chiedere il nullaosta al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per le nuove costruzioni in legno superiori ai quattro piani. Eliminando il complesso iter richiesto fino ad oggi, verrà dato un contributo significativo allo sviluppo delle costruzioni in legno di misure maggiori alle tradizionali costruzioni rurali, favorendo un settore edilizio che offre ottime prestazioni in termini di risparmio energetico, equilibrio termico delle abitazioni e maggiore sicurezza antisismica.

Fonte: www.governo.it