Impianto per microalghe a Venezia

Interessante iniziativa imprenditoriale nell’area industriale e portuale di Venezia dove due ex parlamentari, Willer Bordon e Paolo Costa, hanno intenzione di installare una coltura di microalghe destinata ad alimentare un impianto di generazione di energia elettrica.



I dati dell’impianto:

Superficie della coltura di microalghe: 10 ettari

Potenza dell’impianto di generazione: 50 MW

Costo previsto: 200 milioni di Euro

Tempo di realizzazione previsto: 2 anni


La produzione di microalghe avverrebbe in serbatoi cilindrici di 8 metri di altezza che avrebbero la funzione di fotobioreattori, la tecnologia adottata è quella della società spagnola Bio Fuel Systems , la quale dichiara di ottenere con il loro sistema incredibili produzioni per ettaro: più di mille volte quanto ottenibile da altre tradizionali colture di biomasse.

Le alghe così ottenute verrebbero trasformate in syngas con la tecnologia della società Solena Group e si tratterebbe di un reattore con torce al plasma che opera a temperature superiori a 4000°C

Il syngas sarebbe poi utilizzato in una centrale a gas a ciclo combinato con efficienze superiori al 50%

Come detto il progetto sembra interessante se non addirittura rivoluzionario ma non sono poche le perplessità che le tecnologie impiegate destano, soprattutto per quanto riguarda la dichiarata quantità di produzione di microalghe.
E’ noto che il sole irraggia a terra una potenza di picco di 1 kW/m2 e una quantità di energia media annua di 1700 kWh/m2, è altrettanto noto che le biomasse e quindi anche le alghe si accrescono grazie all’energia solare per mezzo della fotosintesi clorofilliana, mediamente l’efficienza è dell’1% e in condizioni ottimali si arriva a meno del 3%, nel caso di utilizzo di fotobioreattori si ha un maggiore apporto di CO2 per cui la fotosintesi è ottimizzata ma in nessun caso l’energia accumulata nelle biomasse può essere superiore all’energia incidente al suolo visto che è questa energia il “motore” della fotosintesi clorofilliana.

Nell’area destinata ai fotobioreattori (10 ha) l’energia solare incidente al suolo sarebbe quindi di 170 GWh, mentre l’impianto da 50 MW per essere alimentato avrebbe bisogno di almeno 700 GWh che equivale a 4 volte l’energia in gioco, quindi nei fotobioreattori l’efficienza dovrebbe essere superiore al 400%. !!

A fronte di questi dati abbiamo chiesto maggiori informazioni agli imprenditori responsabili del progetto per capire se ci sono altri apporti energetici (altre biomasse importate, co-combustione con metano, ecc.) o tecnologie o dati o altro che non hanno riportato nelle notizie di cronaca.

Quando avremo le risposte richieste aggiorneremo le informazioni del caso.

Fonte:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local//207562