Bio-diesel dai gas di scarico delle auto

Produrre biodiesel utilizzando i gas di scarico dei motori delle nostre inefficienti ed inquinanti auto diesel. Si potrebbe chiudere un cerchio?

La cattura della CO2, la sua neutralizzazione sarà uno dei maggiori business collegati all’energia nei prossimi 20 anni. Ha fatto scalpore la notizia dell’Agenzia Reuters di tre ricercatori gallesi, il biochimico Derek Palmer e due ingegneri processisti Ian Houston e John Jones, relativa alla filiera energetica che trasformerebbe la CO2 in bio-diesel.  Se così fosse si andrebbe a risolvere molti dei problemi che riguardano le nostre auto, la generazione termo-elettrica e i processi industriali.

 

La nuova filiera energetica si basa sulla cattura del CO2 attraverso un dispositivo mobile chiamato Grenbox installato, nel caso delle auto, come per le marmitte catalitiche nel flusso dei gas di scario. Successivamente la CO2 nel Greenbox viene asportata tramite una reazione chimica. La CO2 è quindi trasferita nei bioreattori che producono alghe modifcate geneticametne, metano e compost.
Le alghe sono poi utilizzate per la produzione di bio-combustibile. Tale bio-combustibile puà essere raffinato per arrivare al biodiesel.
Il bio-diesel e il Greenbox originale sono riportati nei distributori per far ripartire il ciclo.

La nuova filiera bio-energetica si basa sulla cattura del CO2 attraverso un dispositivo mobile (che si disinstalla quando si va a fare il pieno) chiamato Grenbox installato come per le marmitte catalitiche per i gas di scarico. La CO2 dal Greenbox successivamente viene asportata tramite una reazione chimica. La CO2 è poi  trasferita nei bioreattori che producono alghe modifcate geneticametne, metano e compost. Le alghe sono poi utilizzate per la produzione di bio-combustibile. Tale bio-combustibile puà essere raffinato per arrivare al biodiesel. Il bio-diesel e il Greenbox originale sono riportati nei distributori per far ripartire il ciclo.

L’idea è nata (accidentalmente) da una ricerca riguardante l’aumento della produzione di alghe modificate geneticamente per l’allevamento del pesce

I ricercatori Palmer, Husonn e Jones hanno in corso di sviluppo del Greenbox per ottenere dimensioni pari a quelle di una marmitta catalitica e tale da poter catturare la CO2 e NOx di un pieno di biocombustibile. Le uniche limitazioni nello sviluppo del Greenbox per le varie applicazioni sembrano riguardare il solo trasporto aereo.

I vantaggi evidenti di questa tecnologia sono parecchi:
  • il rendimento nella cattura della CO2 è compreso tra ‘85% e il 95% (affermano i tre ricercatori dopo centinaia di test),
  • la cattura della CO2 e NOx avviene in modo sicuro; i gas sono “inertizzati” e “fissati” in matrici solide rendendo facile la movimentazione e recupero con costi energetici ridotti,
  • i bioreattori recuperano la CO2 e la rendono disponibile per la crescita delle alghe per uso ittico,
  • durante il processo si generano metano e fertilizzanti ... per futuri usi.
  • il parco auto esistenti potrebbe beneficiare di questa soluzione con costi di conversione accettabili (molte auto sono già omologate per funzionamento con Bio-diesel).
 
I tre ricercatori hanno investito due anni di attività e ora sembra abbiano il supporto di vari Ministeri dei Trasporti e del Lavoro inglesi; inoltre sembra ci sia stato un interessamento (ufficioso) della Toyota e General Motors e di diverse organizzazioni asiatiche. Essi hanno stimato che la bio-filiera, per riciclare l’intera emissione della CO2 delle 30 milioni di auto inglesi, comporterebbe l’uso di circa 400 ha (1.000 acri) organizzate in 10 bio-raffinerie nel territorio inglese.
 
Che gli interessi siano enormi è noto, tanto noto che i tre ricercatori hanno adottato dei criteri di sicurezza per proteggere il know-how della nuova filiera energetica. Ognuno di loro conosce solo il know-how di un terzo della filiera che è depositato in tre sedi differenti. Sappiamo per certo che la paranoia non viene insegnata da quelle parti ma i molti film e romanzi sulla “formula” devono avere condizionato parecchio queste decisioni sulla sicurezza.
 
C’è più di qualcuno che ha individuato in questa filiera il moto perpetuo. Tra poco potremmo sentiremo dire: <<Hai bisogno di combustibile? Vai a farti un giretto in auto col Greenbox e poi vai farti il pieno di biodiesel alla stazione di servizio “Greenquellochesarà”>>.
 
In realtà non abbiamo elementi sufficienti per capire qual è il rendimento energetico della filiera lungo l'intero ciclo di vita; non conosciamo neanche una stima dei costi di produzione e, quindi, la cautela è d'obbligo in questi frangenti.
Il greenbox è comunque da tenere sotto osservazione, in evidenza, ... in particolare evidenza.
 
 
Fonte: Reuters
Commenti: G.P.